Il meccanismo è semplice e il costo si aggira tra i 30 e i 100 dollari. Il cliente invia il proprio peluche in agenzia e sceglie un pacchetto di viaggio tra Tokyo, Kamakura e altre mete del paese. Il servizio si occupa poi di portare fisicamente i peluche in giro per la regione e immortalarli giorno per giorno in numerosi scatti da condividere sui social network. E il gioco è presto svelato. Tra orsi, pupazzi dei cartoni e animali di vario genere fotografati sullo sfondo di uno skyline o di un tempio tradizionale, sembra quasi che essi prendano vita come nel migliore dei sogni infantili.
Per ora sono molti i paesi coinvolti nel business dei peluche; dagli USA, Canada, Australia, Singapore, Hong Kong, Vietnam, UK, Olanda e Grecia. Tuttavia l’iniziativa, per quanto stramba e fortemente connessa con l’idea di un mondo più grande ma a portata di post, ha dei precedenti europei.
Il Touring Club segnala come già in Francia nel 1997 nasca il movimento di liberazione degli gnomi da giardino. La moda prevedeva che tra spirito goliardico e tendenza, che molti viaggiatori in giro per il mondo rubassero i nani da giardino per poi spostarli in una nuova destinazione. Ai più, l’esperimento piace e declina in salsa pop uno dei possibili modi per ciaggiare rimanendo fermi.