Amsterdam si veste d’arte e per chi sta programmando un viaggio da queste parti ha in serbo almeno due piacevoli “sorprese”. Sono in molti a sostenere che il pittore francese Edgar Degas (1834-1917) si sia ispirato nelle sue opere a uno dei più grandi maestri della scuola olandese, Rembrandt, ma è la prima volta che una mostra mette a confronto le opere giovanili dei due artisti per esaltarne le uguaglianze. Gli autoritratti di Degas da una parte – disegnati quando ventitreenne si trovava a Roma per studiare arte – e le incisioni di Rembrandt dall’altra mostrano come il primo abbia preso il secondo a modello, dagli esperimenti con le varie pose al gioco di luci e ombre.
Per l’esposizione, nel museo di Amsterdam fino al 23 ottobre, sono state raccolte opere raramente presentate tutte insieme: tra gli autoritratti di Degas compaiono eccezionalmente quelli conservati al Metropolitan Museum di New York, della National Gallery of Art di Washington e del Getty Museum di Los Angeles; oltre a un autoritratto a pannello di Rembrandt, in prestito dalla Alte Pinakothek di Monaco.
Dal 17 settembre al 16 marzo del prossimo anno la galleria dell’Hermitage ospita invece la collezione di quadri di pittori fiamminghi dell’Hermitage di San Pietroburgo, con la raccolta selezionata di 75 dipinti e una ventina di disegni del filone delle Fiandre. Costituita per la maggior parte di opere acquistate da Caterina di Russia nel XVIII secolo, la collezione conta anche con i dipinti di tre grandi nomi delle scuole anversate: Peter Paul Rubens, Anthonie van Dyck e Jacob Jordaens. Rubens, il più importante esponente della pittura fiamminga, oltre a possedere un inimitabile genio artistico era anche un influente personaggio aristocratico e diplomatico e un lungimirante uomo d’affari la cui bottega era organizzata come una sorta di moderna impresa.
A lui la rassegna dell’Hermitage dedica grande spazio con l’esposizione tra gli altri della Deposizione sulla croce (1618), per la prima volta data in prestito, e risaltandone l’importante influsso esercitato sugli altri artisti della corrente. Non solo sull’allievo più capace Anthonie van Dyck – ribattezzato “Sir Anthony” dopo che il ritratto del Re d’Inghilterra Carlo I con la moglie, la principessa Henriette Maria, lo promosse pittore di corte – ma anche su Jacob Jordaens (1593-1678) che vi si ispirò ricalcandone la vibrante vitalità pittorica, tratto distintivo della corrente fiamminga.
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Indirizzi utili
www.holland.com
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