Quando si parla al Sultanato del Brunei si pensa subito al sultano, supremo capo politico e religioso dotato di tutti i poteri, e al petrolio, che, sfruttato sin dal 1929, lo rende uno degli stati più ricchi del mondo: talmente ricco che qui non è richiesta alcuna tassa o imposta ai propri sudditi e i sistemi scolastici e sanitari sono totalmente gratuiti senza che questo incida minimamente sul bilancio del paese.
Dove imperano sfarzo e lusso sfrenato non mancano iniziative di ogni genere, e quella che riguarda la Royal Brunei Airlines è da Guinnes dei Primati. In occasione della 32 esima Giornata Nazionale del Brunei, lo scorso 23 febbraio, che celebra l’anniversario dell’indipendenza dal Regno Unito, la compagnia aerea di bandiera ha presentato ufficialmente il primo equipaggio tutto al femminile. Il team di piloti donne comprende la comandante e due primo ufficiali che formano il primo trio in rosa nella cabina di pilotaggio. La Royal Brunei Airlines si sta attivando per incoraggiare sempre più donne ad intraprendere la carriera di piloti, introducendo anche un programma d’ingegneria aeromobile. Ma in generale gli equipaggi al femminile all’interno delle cabine di pilotaggio stanno diventando sempre più frequenti come lo sono le donne che guidano i treni, i taxi, gli autobus o i pullman. Diverse altre compagnie aeree internazionali stanno ingaggiando donne piloti anche su voli a lungo raggio e, secondo un’indagine del 2015, sono risultate circa 4 mila donne pilota in tutto il mondo lo scorso anno.
Il comandante Sharifah Czarena vanta, ovviamente, un curriculum di tutto rispetto: si è formata presso la Scuola di volo Cabair a Cranfield, nella contea di Bredforshire e ha percorso importanti rotte; nel 2012 è entrata nella storia dell’aviazione asiatica diventando il primo comandante donna di una compagnia di bandiera del sudest asiatico e nel dicembre 2013 è stata nominata come primo pilota donna della Royal Brunei Airlines. Particolarmente indicativo è stato il fatto che l’equipaggio tutto al femminile è atterrato con il Boeing 787 Dreamliner all’aeroporto di Jeddah, in Arabia Saudita, un paese dove alle donne è vietato guidare: non esiste una legge scritta che imponga tale divieto, ma i religiosi sauditi integralisti ritengono che una donna al volante possa minare i valori sociali.