Lo sappiamo bene, ce lo ha insegnato Marilyn d’altronde, i diamanti sono i migliori amici delle donne, ma a questi si possono accostare, senza ombra di dubbio, anche le scarpe. E sulle passerelle milanesi se ne sono viste delle belle! Spazio creativo di ogni stilista, raggiungono altezze stratosferiche, tacchi che diventano vere sculture, plateau altissimi che gridano alla femminilità più sensuale. I creativi si sbizzarriscono e le donne impazziscono di desiderio pur di avere anche uno solo di quei modelli davvero glamour!
Termina la settimana della moda con la collezione grafica di Mila Schon. La silhouette è pulita e sottile sul davanti mentre si gonfia sul dorso. Abiti mantella brulicano di chevron tridimensionali. I cappotti sono smilzi, i pantaloni affusolati. Pollini propone tubini lisci o con dettagli in pelo, spesso attraversati da stampe giapponesi ‘old style’. Les Copains porta in scena giovani donne dall’attitudine sportiva che amano capi in maglia, Massimo Rebecchi ha presentato la ‘donna facebook’, è lei l’artefice del suo “personal profile”, le piacciono maniche a kimono, giacche-coat, anche in maglia, allungate a soprabito, gonne diritte al ginocchio, pantaloni ampi e fermi. Anteprima crea abiti di lana a strati di colori sovrapposti, vestiti neri decorati con ruches.
Non c’è ombra di borchie e zip, e poi pochissima pelle nera. Richmond non abbandona il suo stile rock, ma sicuramente lo addolcisce. Molto spazio all’oro che rende brillanti i lunghi abiti da sera in raso scivolato, i broccati, i completi. Anche il pizzo fa capolino con generose trasparenze, i cappotti sono doppiopetto con spalle importanti così come le giacche. A chiudere la sfilata, un tripudio di abiti in raso drappeggiato e un patchwork di pizzo maltinto.
Sembra una Minerva la donna Fendi. Sormontata da cappucci, strizzata in bustier di cuoio ed avvolta da abiti tunica che ricordano le cotte medioevali. Issata sugli alti zoccoli in legno che attraverso i parastinchi diventano stivali, procede in continua trasformazione. Ad ogni passo emergono inaspettati materiali che si fondono tra loro: chiffon e matellassè, zibellino e volpe argentata, persino il rude feltro si sublima in gasar di seta. La scelta dei colori segue l’intento metamorfico, dipanandosi per contrasti freddi e caldi, dall’ardesia al tabacco, fino a punte di carminio.
Tutto è appariscente. Scenico. Decisamente difficile da indossare, ma sicuramente d’impatto. Celebrano le dive anni Quaranta Domenico Dolce e Stefano Gabbana, le donne forti, indistruttibili, le cosiddette ‘femme fatales’. Le spalline delle giacche (comprese le più classiche) si rigonfiano, l’organza lascia trasparire il corpo dove poi s’intravedono giochi di pizzo, colli e maniche di pelo voluminosi decorano i capotti, pon pon di pelliccia spuntano sulle spalline del miniabito mentre il tulle orla gli abiti con il volto di Marilyn Monroe.