Al quarto giorno della London Fashion Week è arrivato il momento di uno dei marchi dal DNA British più radicato, Burberry. E se nel front row si trovano, tutti insieme, Anna Wintour, Kate Moss, Cara Delevigne, Sienna Miller, Benedict Cumberbatch, solo per citarne alcuni, significa che l’hype è alto, e che la collezione primavera estate 2016 è qualcosa che tutti hanno fretta di conoscere. Ma non sono solo gli outfit ad attirare l’attenzione: la sfilata di Burberry è 2.0. Tutti, non solo i presenti, hanno potuto seguirla su Snapchat, piattaforma multimediale di foto e video brevi che si cancellano automaticamente dopo la visualizzazione, come quando una modella ti passa davanti sulla passerella e poi rientra nel backstage: pochi secondi, giusto il tempo di ammirare il look, ed eccone un’altra in arrivo. Il marchio, sotto la guida di Angela Ahrendts, si è lanciato nel mondo multimediale con diverse iniziative, tra cui il creare un canale proprio su Apple Music. Una chiara scelta che indica la volontà di guardare avanti, di rivolgersi ad un pubblico giovane e contemporaneo, scelta che Christopher Bailey riprende in passerella con outfit freschi e femminili, in cui il pizzo si rende sorprendentemente protagonista anche in capi iconici come il trench, firma distintiva del brand e il floreale assume una sfumatura dark.
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Altro grande protagonista della giornata di ieri è stato Christopher Kane, che ha portato in scena l’elaborazione del suo ‘anno nero’: la madre dello stilista è morta lo scorso febbraio, e la collezione rappresenta il danno fisico e psicologico attraverso la metafora del car crash, l’incidente automobilistico. Strano tema per una sfilata, che tuttavia il designer riesce ad esprimere con creatività, attraverso patchwork di colori, forme, texture e accessori davvero strani per una passerella, come le fascette di plastica con cui si legano i cavi elettrici al posto dei gioielli. Per una donna che è un po’ un’outsider, ma cool, ha spiegato lo stilista.
Veste pastello la donna di Peter Pilotto, che ha portato in scena un pezzetto di Grecia, paese a cui lo stilista, assieme a Christopher de Vos, si è ispirato di ritorno da un viaggio. Pizzo, cotone, e trama a nido d’ape onnipresente, per abiti morbidi e fluidi, spesso composti da strati sovrapposti che abbracciano il corpo con delicatezza. La lavorazione più particolare è quella delle maniche dei top, a volte a tre quarti e ampia, altre asimmetrica e cortissima. Dettagli come lacci, tagli obliqui, tasche sulle gonne creano pattern geometrici che adornano la silhouette.