Come nell’antico mito greco, l’uomo si conferma così, talmente bello da distruggersi: è la famosissima storia di Narciso, il personaggio della mitologia greca e cacciatore, tanto bello quanto crudele, tanto da disdegnare ogni corteggiamento. Ma, in seguito ad una punizione divina, si innamora della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d’acqua e muore cadendo nel fiume in cui si specchiava. Fine del mito, e della parentesi.
Perché questa premessa? Perché l’uomo, a distanza di millenni, si conferma ancora più narcisista della donna. Ma stavolta con tanto di prove. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Buffalo, infatti, ha raccolto i dati di 355 fra pubblicazioni e studi, per un campione totale di 450mila persone in trent’anni. La ricerca, pubblicata sulla rivista Psychological Bulletin, si è concentrata su tre aspetti del narcisismo: leadership e autorità, esibizionismo e i ‘diritti pretesi’, ovvero la credenza per cui le regole applicate agli altri non debbano valere per sé.
Proprio per quest’ultimo aspetto il divario tra uomini e donne aumenta. Perché sembrerebbe che i primi si sentono titolari di certi privilegi e tendono a sfruttare gli altri per un ricavo personale. Non ci sono invece grosse differenze in fatto di vanità e di egocentrismo. Un ulteriore appunto, non da poco: i maschi, infatti, assumono maggiormente comportamenti leaderistici e bramano più potere. E si comincia sin da giovani: questo atteggiamento, infatti, si attiva proprio perché l’uomo sa che la società vuole proprio quello da lui. E, di conseguenza, le donne sopprimono le manifestazioni di narcisismo legate a leadership e autorità.
Una notizia confortante: osservando i dati relativi agli studenti del college dal 1990 al 2013, i ricercatori hanno concluso che né le donne né gli uomini sono diventati più narcisisti con il passare del tempo. Almeno questo…
Leggi anche: