Il 42% degli iscritti a Tinder ha già un partner. Bella notizia, l’app di dating funziona? No, rileggete la frase da un’altra prospettiva e il sorriso si trasformerà in smorfia di delusione: il 42% degli iscritti a Tinder ha già un partner, ossia è già in coppia, addirittura sposato. Che si traduce in quasi la metà degli utenti che usa l’app per incontri extra-coniugali. A qualcuno potrebbe non far effetto, specialmente se si è alla ricerca di un partner occasionale a propria volta, ma moltissimi utenti si iscrivono al sito nella speranza di trovare un compagno o una compagna, cosa che diventa molto, molto difficile se quasi la metà delle persone con cui ci si confronta ce l’ha già.
I dati provengono da GlobalWebIndex (GWI), che ha condotto un’indagine su più di 47.000 utenti web nel mondo. Nello specifico, il 30% degli iscritti a Tinder è sposato, mentre il 12% ha una relazione stabile; il 54% si dichiara single, il 3% è divorziato o vedovo. Entrando nello specifico dei generi, il 62% degli utenti è uomo, il 38% è donna, dato che sommato a quello precedente indica che moltissimi uomini sposati usano il sito di incontri. Naturalmente non è dai numeri che si evince se le persone già impegnate iscritte a Tinder siano effettivamente infedeli: alcune potrebbero usarlo solo come passatempo, altri potrebbero vivere una relazione ‘aperta’, altri ancora potrebbero risultare ancora iscritti pur avendo nel frattempo trovato un partner. E, perché no, a qualcuno potrebbe bastare un incontro platonico per darsi una piccola ‘scossa’ emotiva. In effetti il fu-responsabile del marketing (Justin Mateen, allontanato in seguito ad una causa per molestie sessuali da una delle ex co-fondatrici Whitney Wolfe) dell’azienda nel 2014 dichiarò al Guardian che ‘Il nostro scopo non era diventare una piattaforma per incontri, ma per la socialità, per facilitare la presentazione tra due persone’.
E’ sempre al Guardian che l’amministrazione di Tinder ha destinato le proprie dichiarazioni in merito all’indagine di GlobalWebIndex, contraddicendola fermamente. Secondo il portavoce dell’azienda web, la ricerca è stata inaccurata, e basata su criteri incerti: per esempio, afferma che la maggior parte degli utenti del sito ha tra i 18 e i 24 anni, e più del 93% dei residenti nel Regno Unito di quell’arco di età non è mai stato sposato. Senza scomodate i dati, è sufficiente la logica per capire che non è possibile che il 30% degli utenti lo sia, afferma l’azienda. Facendo una media tra fasce d’età e dati sui matrimoni, risulterebbe che il 60% degli over 24 è sposato, cosa che non corrisponde alla realtà dei fatti. A sua volta GWI ha difeso la propria metodologia di indagine, affermando che non si tratta di dati incerti, e comunque non relativi solo alla Gran Bretagna, ma ben 33 Paesi con fasce di età dai 16 ai 64 anni. Insomma, la miccia è innescata.