Flirtare richiede pensiero. Anzi, secondo la scienza, sembrerebbe che flirtare richieda molto più di un semplice pensiero. Infatti, l’intero processo del “flirting”, dal punto di vista fisico, è molto più complesso di quanto si potrebbe pensare. La possibilità di approcciare qualcuno non è solo una parte insignificante della nostra salute sociale. E ha molte più ripercussioni, dal punto di vista fisico, di quanto ci si potrebbe aspettare. Perché il fisico parla, sul serio.
“Non sono quelli fisicamente più interessanti ad essere avvicinati, ma quelli che segnalano la loro disponibilità e la fiducia attraverso vere tecniche di flirt basiche come il contatto visivo e il sorriso”, spiega Monica Moore della Webster University. Secondo la BBC Science, i veri segnali del flirt non sono verbali, ma fisici, e agiscono in netto contrasto con quanto si dice: il 55% dell’approccio è costituito dal linguaggio del corpo, mentre il 38% dell’attrazione si manifesta attraverso il tono e la velocità delle nostre voci. E, pensate un po’, solo il 7% dipende dalle parole specifiche che stiamo usando.
In un articolo del Los Angeles Times, Jessica Pauline Ogilvie esplora l’importanza del contatto visivo, con l’aiuto della ricerca condotta dal professor Arthur Aron, psicologo sociale presso Stony Brook University. Usando le scansioni cerebrali, Aron ha scoperto che dopo un “incontro magico o un perfetto primo appuntamento”, i sistemi del cervello che si attivano sono, più o meno, gli stessi di quando una persona prende cocaina.
Anche l’ormone dell’ossitocina svolge un ruolo nella formazione di legami affettivi: questo viene rilasciato durante lo scambio di lunghi sguardi. E se lo scambio di occhiate viene ricambiato, fatevi avanti, parlateci, date vita alla seconda parte dell’approccio. Perché il corpo non inganna.
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