Come si prepara dunque uno speaker alla scelta dell’abito da indossare? Poche infatti sono le linee guida ufficiali dettate dall’organizzazione: no alle righe, né tantomeno colori scuri che potrebbero uniformarsi con il background già nero, ma allo stesso tempo non indossare niente di troppo sgargiante. I consigli non cambiano poi in base alle città. A San Francisco come a New York, lo stile preferito è quello casual, senza eccessiva enfasi sull’abito sartoriale o elegante.
Ma come al solito, l’abito parla, e i comunicatori sanno come sfruttare le armi del dresscode a proprio vantaggio. Qualche esempio? Glenn Greenwald, il giornalista che svelò lo scandalo Snowden, scelse di indossare una camicia azzurra per rispettare allo stesso tempo il tono informale ed evitare di vestirsi con qualcosa di vistoso che fosse distraente per il pubblico. Ma c’è anche chi la pensa diversamente. Per esempio l’informatica Jennifer Golbeck, decise di indossare un abito retrò firmato da Kate Spade. Gonna ampia e fantasia a strisce color panna e grigio. E l’elenco di chi ignora il linguaggio dell’immagine si estende. Daniel Amen, psichiatra e fondatore della Amen Clinics, ha raccontato di essersi vestito totalmente di nero, ignorando le linee guida dell’organizzazione. Insomma se l’abito fa il monaco, è anche vero che l’outfit non può essere una prigione per la personalità.