Nonostante le insidie, flirtare può essere un passo fondamentale verso l’avvio di un appuntamento. Ma, oltre a questo obiettivo, ce ne sono tanti altri che tendiamo a sottovalutare. Perché, come diceva anche Aristotele, tutta la comunicazione è orientata all’obiettivo. Secondo Henningsen di ragioni ne abbiamo addirittura sei. Vediamole.
Innanzitutto ci si approccia per motivi relazionali, perché vogliono alterare un rapporto. Da un’amicizia ad una relazione romantica, da un appuntamento a un fidanzamento. Seconda ragione: quella ignota. Ossia si comincia senza sapere bene quale strada vogliamo raggiungere. Magari in attesa di feedback, per valutare una reazione, per scoprire se c’è un interesse o meno.
Ma, indubbiamente, c’è anche una ragione, esclusivamente giocosa: per il piacere di farlo, per divertirci, per ridere, per intraprendere un rapporto leggero. Ci sono anche le persone da cui ci attendiamo un feedback che non sia relazionale, ma fisico, pratico, concreto. Forse vogliamo un favore in cambio, desideriamo un drink, abbiamo bisogno di un supporto per qualsivoglia compito casalingo.
Poi c’è l’appagamento, certo. Perché cerchiamo un messaggio di stima, di compiacimento, cerchiamo di piacere per piacerci di più. Per farci sentire meglio con noi stessi, ma anche con gli altri. E poi, ultima per elenco ma assolutamente non per importanza, per la motivazione fisica. Sesso, semplicemente. Per cercare attività sessuali con quella persona.
Tra tutte le ragioni, il motivo più frequentemente osservato è quello relazionale, il che suggerisce che due persone che flirtano sono fondamentalmente guidati dal desiderio di costruire qualcosa. O almeno per tentarci. Poi si fa sempre in tempo a cambiare idea, no?
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