Un appuntamento, un sorriso, un bacio. E poi uno scambio fitto di messaggi nell’attesa di un nuovo incontro. E poi esserne contenti e programmarne un altro. E’ facile stabilire una frequentazione, basta guardare i fatti. Molto meno semplice è delimitare il territorio tra avventura e relazione seria. C’è chi sostiene che il passaggio sia dato dallo scorrere temporale, e credono che tre mesi siano sufficienti per un passaggio che dovrebbe essere scontato. Altri invece preferiscono usare le parole, chiedendo esplicitamente qualcosa tipo “ma noi che siamo?”.
In base a un sondaggio promosso dal sito inglese Relate.org.uk, i ricercatori hanno proposto a 6.000 persone un fitto questionario per conoscere meglio le dinamiche delle relazioni, per cercare di definire i parametri di un rapporto “serio”. Secondo il sondaggio, una coppia su due sostiene che avere “problemi di condivisione” è l’indicatore che le cose non vanno affatto bene. Un problema che è stato classificato addirittura superiore all'”essere esclusivo”, citato dal 44%, e il “matrimonio”, per il 39%.
Anche nelle coppie sposate la mancanza di condivisione dei propri problemi chiarisce che il rapporto potrebbe essere debole. O, meglio, non totalmente solido. Sembra pazzesco, ma ha effettivamente senso: in un matrimonio felice, ma anche in una relazione stabile e di lungo corso, condividendo sia le cose belle che quelle brutte ci si aiuta vicendevolmente. E’ la condivisione, quindi, l’unico segreto secondo gli psicologi. E sarebbe meglio ricordarselo prima di zittire il/la partner quando ha voglia di lamentarsi al termine di una lunga giornata lavorativa.