Crisi economica, consumi che calano, capacità di acquisto irrisorie, ricerca sfrenata del low cost: sono tutti argomenti all’ordine del giorno, che, volenti o nolenti, si allacciano praticamente ad ogni tematica. Ebbene, se date una sbirciatina in rete relativa a dati e statistiche, vedrete che emerge una piccola controtendenza di mercato, un settore che, zitto zitto, sta ampliando il fatturato: quello dei sex toys e, più in generale, i tutto ciò che rientra nella sfera del sexual entertainment domestico, inclusi i farmaci come il Viagra.
Stando ad un articolo di Vanity Fair, si stima che la crescita per il prossimo anno sarà del 6,4%, dato altissimo se consideriamo che in generale i consumi non alimentari calano più o meno con la stessa inflessione. E parliamo esclusivamente dell’Italia. Perché, sempre stando all’articolo citato, Oltreoceano il mercato si aggirarerebbe intorno ai 15 miliardi di dollari di fatturato.
Sembrerebbe un paradosso, eppure a pensarci bene non lo è: in un momento di crisi nera, che abbassa stipendi (quando non li taglia) e di conseguenza standard di vita, in cui la felicità e la realizzazione personale sembrano essere retaggi delle decadi passate, il sesso diventa uno strumento di consolazione. Procurarsi felicità sotto le lenzuola, da sole o in compagnia, per alleviare le angosce quotidiane. Soddisfare almeno un aspetto della propria individualità, rafforzare le relazioni amorose, imparare ad amarsi e dedicarsi al proprio piacere diventa fondamentale. A fronte di una piccola spesa, ci si concede una notevole dose di felicità. Sembra essere questo il ragionamento, e non fa una piega. Se poi ci aggiungiamo che molte donne sono sempre più libere ed emancipate, e hanno capito che dedicarsi a loro stesse e al loro piacere è non solo bello ma importante, ecco che l’equazione è spiegata.
Le aziende che producono sex toys si sono adeguate ad un pubblico sempre più vasto, immettendo nel mercato prodotti di design, accattivanti, colorati e giocosi, in modo che chiunque possa trovare quello che fa al caso suo. Ce ne sono di cari, ma anche di economici, di ingombranti ma anche da borsetta, pop o sado, hard o soft, coloratissimi o realistici, da usare in coppia o da soli. Altro incentivo, è il fatto che sempre più sexy shop hanno installato distributori automatici aperti 24 ore su 24, che risparmiano l’imbarazzo a chi ancora non se la sente di guardare negli occhi una commessa mentre sceglie un giocattolo. Ben venga, un’altra fetta di mercato è conquistata.
Secondo un’indagine mastodontica condotta da Durex, multinazionale che produce profilattici, sex toys ed accessori, e a Bologna che va lo scettro di Loveville 2013, la città dell’amore. Nella città emiliana infatti l’acquisto di toys e di contraccettivi è il più alto d’Italia, che non significa per forza più sesso ma più attenzione alla protezione e una certa inclinazione al giocare tra le lenzuola. In soli 2 mesi a Bologna sono stati acquistati preservativi e accessori erotici per un fatturato di 546 mila euro.