Accanto alla misurazione dei sentimenti emotivi provati durante una relazione lontana nello spazio, emerge anche l’ampio ventaglio di strumenti utilizzati per mantenere viva la passione. Vincono in questo senso i social network più visuali e perdono terreno quelli dedicati solamente al linguaggio verbale: Facebook (85%), Instagram (65%) e Twitter (31%). Sul lato della messaggistica istantanea, trionfa l’uso di Whatsapp (91%), WeChat (81%), Viber (72%) e Line (56%). Eppure, nonostante la tecnologia possa fare miracoli in termini di mantenimento del contatto virtuale e porti all’interno della coppia la propria componente aleatoria, ci sono inevitabilmente aspetti della relazione che devono necessariamente contare su abitudini fisse e certezze. Spicca in questo senso il “bacio del buongiorno 2.0”, inviato principalmente tramite smartphone; la telefonata giornaliera (56%), e la romantica buonanotte prima del sonno (49%). Insomma, le attenzioni contano nonostante l’assenza di presenza fisica e l’ottimismo trionfa, considerato che il 94% degli italiani crede fortemente in un futuro con il proprio partne a dispetto della lontananza. Malgrado i dati comuni a tutti gli intervistati, emergono però delle differenze di personalità che la ricerca raggruppa in 5 differenti tipologie di nuovi lontani amanti.
Amore a distanza: un successo per 7 coppie su 10
Crescono secondo la popolazione i lati positivi del vivere una relazione lontana dagli occhi e nello spazio
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Italiani: popolo di santi, poeti, navigatori e, a sorpresa, amanti “distaccati” con una certa soddisfazione. É questo il quadro delle relazioni nostrane, che emerge da una ricerca condotta da Nescafé Cappuccino in occasione del lancio della propria piattaforma dedicata alle relazioni traslate nello spazio The Distant Hello. Come amano gli italiani oggi che la separazione fisica si appresta a diventare la regola? Innanzitutto rappresentano un numero consistente; circa il 7,7% della popolazione, con una frequenza maggiore nei giovani al di sotto dei 30 anni (28,4%) e con diffusione maggiore nel Centro-Nord (8,4%) principalmente nelle aree metropolitane (9,5%).
Nello studio, condotto mediante WOA (Web Opinioni Analysis) su un campione di 1800 italiani tra i 18 e i 65 anni, emergono tendenze, profili stabili e alcune certezze. La prima va a contrastare con energia il vecchio detto: “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. Per 7 coppie su 10 infatti, vivere un rapporto d’amore a distanza non rappresenta un problema. Anzi, nella maggior parte dei casi, la lontananza dal proprio amato genera sentimenti positivi come senso di stabilità (75%) e intrigo (72%). Solo per il 29% del campione la distanza sarebbe motivo di minaccia per il rapporto, e non per la maggiore possibilità di fare nuovi incontri (33%), ma principalmente per la mancanza di fiducia che può venire a crearsi (49%) all’interno di un rapporto di questo tipo.
Si tratta dei gli stakanovisti, concentrati sul lavoro e poco inclini a lasciare spazio all’impegno di una relazione a distanza, i virtual lovers, persone timide che cercano ostinatamente la virtualità e lo schermo della distanza, i romantico-creativi, che usano il computer e la lontananza per inventarsi nuovi modi di stupire il partner, i pendolari dell’amore, che ne apprezzano invece la possibilità di romantiche fughe e evasioni dalla realtà, e infine i nostalgici; per i quali riscoprire forme di comunicazione arcaiche, lettere e segnali di fumo, rappresenta l’aspetto più intrigante del rapporto. Tuttavia, la scoperta delle qualità positive di una relazione a distanza, appare come una conferma dei tempi moderni piuttosto che una scoperta. Già nel 2013, uno studio condotto dalla Hong Kong University in partnership con la Cornell University, dimostrava che anche negli Stati Uniti, la qualità del rapporto migliora se esso è vissuto a distanza. Insomma, le relazioni cambiano ma rimane stabile la voglia di costruire nonostante le difficoltà.
