In una città che vanta più di 900 kilometri di piste ciclabili, oltre 200 di strade in cui le macchine hanno il limite a 30 km/h e più di un terzo di superficie coperta da parchi, la bici diventa il mezzo di trasporto più importante (e amato). Tutti ne possiedono una ed appena spunta il primo sole dell’anno (purtroppo anche qui la primavera si sta facendo desiderare) migliaia di ciclisti, in tedesco Fahrradfahrer, costellano la superficie cittadina.
Ci sono bici di tutti i tipi e per tutti i gusti. Dalle sempreverdi grazielle a quelle comode da passeggio, dalle performanti bici da corsa alle appariscenti custom (versione a pedali delle Harley Davidson). Dato l’altissimo tasso di natalità di Berlino (il quartiere di Prenzlauerberg, con i suoi 2,1 figli per famiglia, vanta quello più alto d’Europa), inevitabilmente anche i bambini hanno un ruolo da protagonisti in tutto ciò.
Quando sono ancora troppo piccoli per pedalare, viaggiano al seguito dei genitori a bordo di carrelli dotati di ogni comfort agganciati alle loro biciclette; dei veri e propri salotti mobili, a uno, due o tre posti, pieni di cuscini colorati e giocattoli. Molti usano la bici per andare al lavoro; vestiti sportivi e caschetto allacciato, sfrecciano in direzione di uffici che il più delle volte offrono uno spogliatoio dove cambiarsi ed indossare un abbigliamento più consono.
Per incentivare l’uso delle biciclette è consentito detrarre dalle tasse circa 40 centesimi di Euro per ogni kilometro percorso per andare a lavorare. Insomma, una comunità che fa della bici uno strumento essenziale per la vita di tutti i giorni. In questo panorama florido, come in altre grandi città, anche a Berlino negli ultimi anni sta prendendo piede un nuovo trend. E’ la Fixi bike. Versione “nuda”, mutuata dalle biciclette da pista indoor, si ottiene attraverso la sostituzione della ruota posteriore con una “fissa”.
Gli appassionati, sempre più numerosi, si divertono a comprare telai comuni, sia da uomo che da donna, e “spogliarli” di tutto il superfluo in modo da ottenere una bici molto più leggera, senza cambi e con soltanto due corone; quella anteriore e quella posteriore. Le linee diventano più essenziali. I pedali sono fissati all’intero ingranaggio, rendendo il movimento delle gambe e quello delle ruote completamente organico. Anche i freni vengono sacrificati in questo processo. La decelerazione avviene diminuendo il ritmo della pedalata. Invertendone il senso è addirittura possibile il movimento in retromarcia. Dopo il trattamento di personalizzazione la bicicletta diventa un oggetto di culto, amata come si amano i figli, pezzo unico e irripetibile. Ovviamente trattandosi di bici, l’Italia ha un ruolo da protagonista. Da sempre infatti, i marchi nostrani sono quelli più ambiti.
Accade spesso che girando per strada o fermi ad un semaforo -tra “fixisti” ci si osserva sempre- si scambino commenti di apprezzamento per un telaio Cinelli o un mozzo Campagnolo. Il non plus ultra sono i cerchi della Dodoci Cicli, per i quali è frequente ricevere complimenti appassionati, prodotti artigianalmente da un negozio di Milano ed acquistabili anche on line. Profilo alto e colori personalizzabili, i loro inconfondibili pezzi spopolano tra gli amanti del genere, qui e in altre città come New York o Tokyo.
Tutti con la chiave inglese in mano, quindi. La mania per le Fixi è arrivata anche qui.
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