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Kate cuor di leone

Miglior attrice protagonista in “The reader”, delusa moglie e compagna di scena per “Revolutionary Road”, che infrange le speranze sul ritorno al sodalizio con Di Caprio.

Kate Winslet
LaPresse

Come potevano le intime nevrosi di una coppia frustrata competere con le tragiche avventure di Jack e Rose che affondano con il proprio amore a cavallo del ‘titano’ d’acciaio? Semplicemente non potevano e dieci anni di distanza non cambiano i gusti del pubblico e di un’industria culturale che, se al “Titanic” (James Cameron, 1997) consegnava ben 11 Oscar (tra cui miglior film, miglior regia e migliori attori protagonisti), esclude oggi “Revolutionary Road” dalla lista dei film premiati dall’Accademy.

Una pellicola d’indubbio valore (nel parterre dei candidati rischiava comunque d’aggiudicarsi due statuette per scene e costumi) ma certo poco ‘digeribile’. Forse per quel senso d’asfissia interiore e per l’abbondanza di ‘tempi morti’ che sottraggono il pubblico ai sogni riconsegnandolo alla realtà quotidiana. Ma Kate Winslet, dalla notte più glam del calendario mondano a stelle e strisce esce lo stesso a testa alta. E se il marito di scena Leonardo Di Caprio e quello di vita Sam Mendes, che li dirige nel film, si accontentano di un Golden Globe, non ricevendo nemmeno l’ombra di nomination, lei trionfa come migliore attrice protagonista di “The reader” (Stephen Daldry).

Un drammone contestatissimo su un argomento inflazionato come la Shoah non poteva che creare aspettative al cardiopalmo sulla performance dell’attrice. Ma Kate, naturalmente, supera la prova in modo formidabile anche grazie al coraggio che l’ha resa affine a tutti i registi che hanno lavorato con lei. Da Jane Champion (con cui gira il controverso “Holy Somke”) a Michel Gondry (che la dirige nell’insolito “Se mi lasci ti cancello), tutti concordi nel riconoscerle quella totale dedizione alla parte (che la porta a ridurre i copioni a veri e propri campi di battaglia) e a risolvere ogni resistenza tra se stessa ed il personaggio.

Per esigenze artistiche, la Winslet supera persino le sue ben note difficoltà con il nudo integrale, richiesto per il ruolo di Hanna Schmitz (rifiutato da Nicole Kidman perché in stato interessante), secondina nazista di “The reader”. Un’esibizione tanto più temeraria quanto più stigmatizzata dai critici, per l’intenzione del regista di sfruttare la bellezza di Kate allo scopo di umanizzarne il personaggio, colpevole dell’uccisione di 300 ebrei e di aver sedotto un amante 15enne. Così, il coraggio dell’attrice, che stavolta (al contrario di quanto accadde sul Titanic in cui una Rose secolare cambiava interprete) si lascia anche truccare da coriacea vecchietta, trasforma la sua sesta nomination nella statua tutta d’oro degli indimenticabili hollywoodiani.