Sono ricchissime, influenti, hanno ruoli di potere e nelle loro mani tengono le sorti di politica, affari, finanza: le 100 donne più potenti del mondo – secondo Forbes – sono un bagliore di speranza nell’iniqua distribuzione dei poteri tra i sessi. Guidano il mondo dal punto di vista politico: la prima classificata è Angela Merkel, cancelliera tedesca, la seconda è Hillary Clinton, la terza Dilma Roussef. Sono imprenditrici, come Indra Nooyi (dirigente del gruppo Pepsi e del Forum Economico Mondiale), Sheryl Sandberg, direttrice operativa di Facebook. Ma anche artiste e icone mondiali come Lady Gaga e Beyoncé Knowles. Solo due italiane rientrano nella classifica: Marina Berlusconi al 48° posto e Miuccia Prada, new entry al 70°.
Non sorprendono molto i nomi presenti in classifica, sono più o meno gli stessi della lista 2011 mescolati tra loro, ma un dato su tutti emerge: le figure più potenti del mondo, soprattutto dal punti di vista finanziario, sono di origine asiatica.
Già l’anno scorso classifiche basate sul conto in banca, ovvero quella che stilava i miliardari della Terra, metteva in evidenza la presenza massiccia di donne cinesi, soprattutto imprenditrici, ai vertici della lista. Almeno una decina di donne rientravano nella classifica tra i primi posti, e la loro origine era la stessa, la Cina. Si è molto disquisito sull’emergere di questo fenomeno, il Finantial Time ha dedicato un’inchiesta approfondita all’imprenditoria femminile nel paese del Dragone, e ciò che è emerso è che, in uno stato da pochi anni divenuto capitalista, una potenza che sta correndo all’impazzata verso la modernizzazione, con passi da gigante (e spesso trascurando diritti umani) ha dato vita ad una generazione di donne che, anziché sentirsi affermate come madri o ‘angeli del focolare’ vengono educate sin da bambine ad avere successo nel lavoro e negli affari. E tanta disciplina unita ad ambizione ha dato i suoi frutti.
Ma non solo figlie del Dragone, in generale le grandi imprenditrici arrivano da tutta l’Asia: Taiwan, Hong Kong, Singapore, Vietnam, anche l’India ha dato i natali alle donne d’affari che, anche se non sono presenti nella lista 2012, monopolizzeranno presto il panorama del business mondiale. Tra le prime cinquanta posizioni dell’attuale ranking, ben 21 sono asiatiche, ovvero il 42%. Ma non sono solo difficili (per noi) nomi dell’economia mondiale, detengono lo scettro del potere anche molte figure di spicco della politica, come Sonia Gandhi, Aung San Suu Kyi.
Forse il mondo continua a voler ignorare l’importante contributo della presenza femminile ai vertici delle elite finanziarie e politiche, ma le intraprendenti donne asiatiche stanno dimostrando che per uscire dalla crisi dobbiamo contare sull’altra metà dell’universo. Forse proprio la disastrata situazione economica mondiale dimostrerà che l’apporto femminile sarebbe stato necessario ad evitarla, o comunque diverrà indispensabile per superarla.