Uscire, vedere gli amici e divertirsi, a qualunque età, è un dato che si qualifica come alleato del benessere e della longevità. Lo dice il Centre for Ageing Better, che certifica come la bellezza e la qualità della pensione, non sia calcolabile solo sulla base di macchine veloci e vacanze costose, ma anzi, essa migliora se contornata da affetti e passioni.
Lo studio ha infatti identificato sei gruppi di persone anziane e ne ha valutato il livello di benessere a seconda della pienezza della vita sociale in relazione alla disponibilità finanziaria.
Tra di loro il 21%, è in agevoli condizioni economiche e finanziariamente stabile. In questo gruppo, i partecipanti escono, sono in buona salute e si attribuiscono un livello di felicità di 9 su 10. L’altro gruppo, ha invece una stabilità economica maggiore, una salute buona ma riporta minori livelli di socialità e felicità. Sono sempre il 21% degli intervistati.
Il 19% invece, gode di ottima salute, ha attraversato tragedie personali come la perdita di un partner e possiede finanze non proprio solidissime. Nonostante ciò, le loro relazioni sociali sono forti, e hanno altissimi livelli di benessere. Alla fine dell’analisi, con il 13%, ci sono gli anziani di cattiva salute, che sono anche quelli più socialmente soli ed esclusi.
Quindi, volendo trarre un bilancio sulla base dei dati, è possibile notare come più alti livelli di benessere, non siano legati esclusivamente al dato economico. Anzi, esso, quando non predominante, come nel caso delle persone che hanno risorse “normali” e non superiori alle media, non ha nessun impatto sulla salute e sull’equilibrio psico-fisico. Una buona notizia per le persone più amichevoli, che traccia una strada differente rispetto al miraggio di quella cosa strana chiamata felicità.