Da dove cominciare? Dalla storia, dalle qualità, dalla produzione, dai benefici, dalle applicazioni? Ci sarebbero un milione di aneddoti da raccontare per fare un ritratto a tutto tondo di cosa è il miele, questa sostanza naturale dalle mille virtù, ma proviamo a sintetizzare gli aspetti principali per conoscerlo meglio.
Storia. Fonti certe di utilizzo del miele risalgono all’antico Egitto, in cui gli antenati degli apicoltori seguivano gli sciami di api lungo il Nilo. Lo utilizzavano i Sumeri, e in tutta l’Asia in cui la medicina ayurvedica lo prescrive da millenni. Per i Greci era il cibo degli dei, e i Romani lo importavano da tutto il Mediterraneo. Le prime raccolte del miele risalirebbero addirittura alla preistoria, prova ne sono alcune pitture rupestri rinvenute in Spagna.
Cos’è. Il miele è il prodotto delle api, le quali trasformano le secrezioni dei fiori creando il nettare, oppure le secrezioni zuccherine di altri insetti omotteri, in questo caso il miele prodotto è chiamato melata. A seconda di quale fiore ha ‘visitato’ l’ape, abbiamo il tipo di miele, che può essere monofloreale o millefiori. Ogni tipologia ha caratteristiche organolettiche (sapore, colore, proprietà, consistenze) differenti.
Come si produce. Il miele viene immagazzinato dalle api nelle cellette dei favi, i quali vengono stoccati dall’apicoltore. Attraverso la centrifugazione si estrae il miele dalle celle, che viene poi filtrato e lasciato decantare. A questo punto avviene la cristallizzazione, cioè il trattamento che lo rende omogeneo e più o meno cremoso: spesso (ma non sempre) ad essa corrisponde anche la qualità. Se un miele è troppo liquido probabilmente è stato scaldato oltre i 45 gradi per arrivare a tale consistenza, il che significa che avrà perso buona parte delle sue sostanze benefiche.
Quali tipologie esistono. Infinite, tante quanti sono i fiori che le api visitano. Tra i più comuni in Italia il miele di acacia, di castagno, di eucalipto, di tiglio; ma esistono anche i meno noti miele di edera, di tarassaco, di carrubo. Uno dei mieli più pregiati al mondo è quello di nespolo giapponese, mentre tra i più costosi quello di corbezzolo e di Elvish, una rara qualità che si produce in Turchia in grotte a 1800 metri di profondità; tra i più rari si annoverano il miele di cipolla, di mandorlo, di rovo, di marruca, di borragine.
Quali sono le virtù? Il miele è un portento naturale. Ogni qualità ha le sue caratteristiche, per esempio quello di eucalipto è ottimo per le vie respiratorie, quello di tiglio per combattere l’insonnia e rilassare i muscoli, quello di castagno è ricostituente. Ma in generale tutti i mieli sono ottimi alleati durante l’inverno, perché contrasta i mali di stagione come tosse e mal di gola, è energizzante, depurativo, digeribile, ricco di vitamine, di minerali.
Come si usa. Ovviamente le ricette si sprecano, ma un consiglio è importante da seguire: non fatelo andare a temperature troppo alte, e se lo aggiungete alle tisane o al latte non fatelo da bollenti, perché il calore forte gli fa perde molte proprietà. Meglio consumarlo ‘a crudo’ su formaggi o pane, ma anche per preparazioni si salse agrodolci (provate miele e senape per esempio). E’ un ottimo alleato della pelle, nutriente e cicatrizzante, se utilizzato per maschere e impacchi casalinghi, o come burro di cacao.
Una ricetta velocissima. Prendete della pasta sfoglia e tagliatela a quadrati di circa dieci centimetri per lato. Affettate una cipolla a rondelle spesse un centimetro, facendo attenzione a lasciarle inanellate. Mettete ogni disco di cipolla su un quadratino di pasta sfoglia, spruzzate con un pizzico di sale e cuocete in forno senza aggiungere grassi (usate la carta forno). Quando la sfoglia sarà dorata e la cipolla cotta (10 minuti), togliete dal forno, fate freddare un attimo e quando le tartine sono ancora tiepide spennellate con del miele scuro. Servite come antipasto sfizioso.