È uno degli agrumi più precoci, che compare tra i banchi della frutta già ad ottobre, e inaugura la stagione di arance, mandarini & co. Parliamo del mapo, un frutto ibrido che nasce dall’incrocio tra mandarino e pompelmo, il cui nome scientifico è Citrus x Tangelo, e difatti in diverse lingue è chiamato solo tangelo. Non tutti conoscono il mapo, e soprattutto non tutti lo amano, perché il suo sapore è davvero particolare, ovvero possiede l’asprezza amarognola del pompelmo biondo e le note più evocative del mandarino.
La sua buccia è verde e molto sottile, la polpa gialla e uniforme, e, come tutti gli agrumi, è una grande fonte di vitamina C. Consumare mapo significa infatti fare incetta di antiossidanti che combattono i radicali liberi, aiutare l’organismo a difendersi dai malanni di stagione, a produrre il collagene per mantenere la pelle sana ed elastica, ad assimilare ferro (fra l’altro, il mapo stesso ne contiene oltre al magnesio); ad intensificare queste proprietà c’è un buon quantitativo di vitamina A e acido folico.
Questo agrume viene utilizzato per realizzare liquori, specialmente attraverso l’infusione della buccia, mentre non è particolarmente utilizzato in cucina, anche se il suo sapore si presta molto bene ad accompagnare insalate invernali, a base di finocchio o di radicchio, oppure utilizzare il suo succo spremuto per deliziose vinaigrette. In Molise si realizza un dolce a base di liquore di mapo, una sorta di panettone inzuppato, chiamato mapopan.