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Clementine, gli agrumi più dolci

Noto come mandarancio, questo frutto abbonda sulle tavole natalizie

Cesta di mandaranci e noci
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Al termine di un pantagruelico pranzo di Natale, arrivano le clementine a rinfrescare il palato e dissetare con il loro abbondante e dolcissimo succo. Agrumi dalla classificazione spesso imprecisa, le clementine sono una varietà di mandaranci (la più diffusa in Italia), che a loro volta sono incroci tra il mandarino e l’arancio, ma non è raro che questi termini vengano impropriamente usati l’uno al posto dell’altro. Le clementine si caratterizzano per il colore arancione intenso della buccia, sottile come quella di un mandarino, e per gli spicchi che si dividono facilmente con quel sapore tipico in perfetto equilibrio tra asprezza e dolcezza. Spesso questi agrumi sono piccolini, ragione per cui spesso se ne consumano uno dopo l’altro, ottima abitudine perché l’abbondanza di sostanze benefiche è risaputa. 
I mandaranci sono frutti dall’elevatissimo contenuto di vitamina C, indispensabile per il funzionamento del sistema immunitario, per combattere i radicali liberi, limitare i danni di sostanze nocive come l’alcol e il fumo, per assorbire il ferro, per la salute della pelle. La vitamina C però è particolarmente volatile, ecco perché si consiglia di consumare gli agrumi crudi, oppure spremerli bevendo immediatamente il succo, mentre una volta cotti (per marmellate ad esempio), disidratati o canditi si impoveriscono molto. Ottimo anche l’apporto di vitamina A. Le clementine sono ricchissime di acqua, rivelandosi quindi depurative e diuretiche, mentre dal punto di vista dei minerali è il potassio quello più presente, con una discreta presenza di calcio.
 
Se acquistate clementine biologiche, potete utilizzare anche la buccia per il consumo alimentare, magari grattugiandola nei dolci, nelle salse che andranno ad insaporire carni e pesci, nelle macedonie invernali.