Nel 2013 il Cannonau ha registrato una crescita dei volumi venduti pari al 17,2% rispetto all’anno precedente. Un dato importante che lo posiziona tra i vini emergenti di maggior gradimento. Come ha infatti sottolineato l’Assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna Elisabetta Falchi “è un ottimo momento per valorizzare la produzione di qualità di questo vino che per anni non ha avuto la giusta rilevanza. I dati ci indicano un trend di crescita dei consumatori che diventano sempre più esigenti. Dobbiamo assolutamente seguire questo trend, partendo da una riflessione delle nostre origini e valorizzando il nostro territorio. Solo così potremo valorizzare anche il nostro vino”. A tal proposito l’assessore ha inoltre sottolineato come la vetrina dell’Expo sarà l’occasione per incentivare azioni di incoming nei confronti di delegazioni e stampa internazionale che sarà invitata in Sardegna.
Partendo dall’attuale percezione che il pubblico ha del Cannonau, nel corso della Tavola Rotonda sono stati analizzati i punti di forza e le criticità, ma soprattutto sono state sottolineate le potenzialità di questo vino che deve essere conosciuto attraverso la sua origine, il suo ambiente, il suo unico valore intrinseco. Come ha ricordato Giuseppe Carrus, moderatore dell’incontro e giornalista di Gambero Rosso, “dobbiamo essere in grado di raccontare come il vino e il suo territorio sappiano dare gioia di vivere. Quando l’assaggiatore visita un territorio ne respira l’aria e non deve mai dimenticare cosa ci sia sotto e sopra la terra, oltre alla comunità che vive e lavora questa terra. L’enologia moderna è anche questo. Il Cannonau ha bisogno di essere identificato meglio a livello territoriale perché il suo vitigno è coltivato pressoché ovunque. Bisogna parlare del territorio, anzi dei diversi territori della Sardegna. Una zona è diversa dalle altre. E’ un lungo percorso che dobbiamo iniziare oggi. Io sogno che in futuro non ci sia più bisogno di citare il vitigno in etichetta; basterà la zona in cui è prodotto per decretarne il valore”.
Il vitigno del Cannonau ha una storia antichissima e spesso si è dibattuto sul Paese di origine. “Il vitigno nero più coltivato al mondo e diffuso in tutto il globo è il Cannonau di origine sarda” ha dichiarato Giovanni Lovicu, Ricercatore Agris Sardegna, Agenzia regionale per la ricerca in agricoltura. “A supporto di questa tesi ci sono aspetti storici di ampelografia e di biologia molecolare. Inoltre ci sono tantissimi indizi che sottolineano il fatto che l’origine del Cannonau sia sarda, mentre non abbiamo testimonianza che sia di origine spagnola”. La Sardegna possiede dunque un grande patrimonio storico, culturale e ambientale da preservare oltre che da valorizzare. A sostegno di questa tesi anche Diego Tomasi, Ricercatore del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura – Centro di ricerca per la viticoltura, secondo il quale “un vino contiene anche il proprio paesaggio e lo arricchisce. Il Cannonau è impregnato del proprio territorio. Non ha nulla di simile rispetto ad altri vini e geneticamente lo stanno confermando”.
Sempre secondo Tomasi “un vino associato a un paesaggio è sempre valutato meglio rispetto a un vino anonimo di pari livello. Ecco dunque che il paesaggio diventa un elemento strategico per valorizzare un vino di qualità”. Giovanni Pinna, rappresentante di Assoenologi Sardegna, affrontando gli aspetti enologici ha voluto sottolineare “come il vitigno del Cannonau abbia un legame molto forte con la regione, al punto di parlare di Cannonau di Sardegna. I vigneti della Sardegna rappresentano il 4% del territorio nazionale, con una superficie di quasi 8.000 ettari dedicati al Cannonau, coltivato per il 66% nella provincia di Nuoro, su terreni che dalla collina scendono verso la pianura fino alla costa”.
Un’interessante analisi di come il Cannonau sia percepito fuori dall’Italia è stata fatta da Jo Ahearne, enologa e Master of Wine. “All’estero c’è molta confusione su cosa sia il Cannonau” dichiara la Ahearne “molti non conoscono la provenienza di questo vino, per non parlare di coloro che non l’hanno mai sentito nominare. Nelle principali guide turistiche di testate inglesi non c’è alcun riferimento alla produzione di vino in Sardegna, ad eccezione di pochi casi, dove il tema non è approfondito. Il prodotto non viene promosso. In internet ci sono poche informazioni, per lo più in italiano. Non c’è conoscenza del vitigno, nessuno praticamente percepisce che si tratta di grenache. I buyer non pensano al Cannonau, i consumatori non lo trovano sugli scaffali e non sono incuriositi”.
Per chi fosse interessato all’argomento, è stato anche presentato il libro “Le terre e le vigne del Cannonau di Jerzu”, scritto da Clelia Tore, in cui sono state messe in evidenza le metodologie, le conoscenze, gli studi e la storia del vino di questa specifica zona.