Difficile introdurre Don Pasta con informazioni riassuntive. Lo chiamano ‘gastrofilosofo’, è un dj, è un economista, è un appassionato della cucina tradizionale italiana, ma non disdegna le contaminazioni ‘meticce’. Scrive libri e gira per l’Italia alla ricerca della cucina vera, quella che non vive nei circuiti televisivi ma sui tavolacci di legno delle cantine. Porta il cibo in tournée assieme alla musica e alle tematiche ambientaliste. Pensa che nelle melanzane alla parmigiana si racchiuda il segreto della società e il suo legame col cibo. Trova che gli alimenti possano essere veicoli per messaggi politici. E’ un attivista, ma con le mani in pasta.
Se non avete capito molto da tutte queste nozioni, sappiate che in giro si legge anche di più, e che i progetti di Don Pasta (al secolo Daniele de Michele) sono così tanti ed articolati che ad un primo impatto si potrebbe trovarli confusionari. E invece la linea è chiara, come il sole: il cibo è cultura, è politica, è una scelta di vita. Schierarsi col cibo genuino, che non ha paura di abbondare con l’olio o di usare padelle annerite, scegliere la tradizione, le comunione degli ingredienti, dire no a tutto quello che è trendy, il mondo del ‘food’ e tutti coloro che vi rientrano, Masterchef incluso, significa fare uno statement politico, che promuove le micro realtà, la storia culinaria piuttosto che l’eccellenza. Niente ingredienti fuori stagione, niente ‘parolacce’ come ‘riduzione’, “se hai un problema… aggiungi olio” è il suo motto; evviva le culture che si mescolano nel piatto e i segreti della nonna. No alle mafie, no alla gastronomia patinata, no alle multinazionali. Come si realizza tutto questo, e come lo si mette nel piatto?
Tutti questi ideali si traducono in diversi progetti di cui Don Pasta fa parte. A cominciare da Food Sound System, progetto multimediale che affianca teatro, musica e cucina. ‘Food Sound System’ è diventato un libro, edito da Kowalski, con 30 ricette mediterranee, a cui è seguito ‘Wine Sound System‘. C’è poi il progetto Soulfood, nato in collaborazione con Terreni Fertili, in cui si riflette sulle dimensioni ambientali, sociali e culturali del cibo. Come? Con cene, eventi nei luoghi più disparati, dalle case occupate agli appartamenti di privati cittadini, assieme a poeti e cantastorie, pensatori e gastrofilosofi, nelle quali ci si interroga su un possibile modello agro-alimentare sostenibile, equo, green, e ovviamente slow.
E ancora, United Food Of, progetto che riflette sui cambiamenti avvenuti nella gastronomia grazie all’apporto degli stranieri. Non solo cucina ‘etnica’ ma meticcia, in cui i sapori di terre diverse si fondono tra loro dando vita ad una nuova cultura del mangiare insieme. Il tutto si riassume in un documentario omonimo, in cui vengono intervistati 10 chef stranieri con i quali nascono considerazioni sul nuovo melting pot gastronomico.
Tra i libri di Don Pasta, oltre i già citati Food Sound System e Wine Sound System, ce n’è uno che sottolinea il lato politico del cibo: ‘La Parmigiana e la Rivoluzione’, una sorta di ‘manifesto per la cucina militante’. La pubblicazione più recente è invece ‘Artusi Remix‘, in cui parte dal grande e iconico ricettario della cucina italiana per estendere lo sguardo alla penisola oggi, l’Italia del nuovo millennio tra crisi e precariato. Insieme a CasaArtusi, Don Pasta sta raccogliendo in un blog le ricette regionali, anche attraverso i suggerimenti degli utenti, che possono inviare le ‘chicche’ delle loro mamme o nonne: sono proprio loro il vero patrimonio culinario italiano. Se vi riconoscete nella ‘cucina militante’, volete conoscere i prossimi eventi di Don Pasta, o saperne di più dei progetti di cui si occupa, cliccate qui.