La cucina non è più un luogo dove le donne sono stigmatizzate in ruoli tradizionali, ma il sinonimo di successo e capacità creativa. Helena Rizzo, chef brasiliana e proprietaria insieme al marito Daniel Redondo del Manì di San Paolo, ha infatti vinto il titolo di migliore cuoca del globo secondo il prestigioso marchio di champagneria.
La storia di un trionfo comincia quando la cuoca originaria di Porto Alegre, compiuti i diciotto anni, si trasferisce a San Paolo e comincia a lavorare part-time nelle cucine della località brasiliana. Da lì l’incontro con la preparazione gourmet e l’inizio di una gavetta serissima che la conduce a lavorare in Brasile con Luciano Boseggia a Neka Barreto, in Spagna, con Joan Roca e anche in Italia, presso il ristorante di Claudio Sadler.
Una carriera spesa a imparare i segreti della cucina tra l’Europa e il paese sudamericano, dove nel 2006 ha aperto quello che è oggi considerato uno dei migliori ristoranti al mondo. D’altronde la Rizzo aveva già nel 2013 dato prova di un talento straordinario nel mischiare sapori diversi, quando vinse il titolo di migliore cuoca latina. Se la vittoria è ormai conclamata, quali sono le caratteristiche della cucina personalizzata dalla chef poliedrica? I più esperti la descrivono come un mix di sapori tradizionali brasiliani, spagnoli e anche nostrani. Per esempio uno dei piatti più famosi del Manì, si compone di manioca, una pianta simile alla patata e lavorata come la pasta, sugo di tucupi, salsa gialla estratta dalla manioca, olio di cocco, olio oliva e tartufo bianco.
Infine le parole più carezzevoli sono giunte da William Drew, responsabile della classifica di Restaurant e contattato da Vanity Fair: «In un mondo così machista come quello della culinaria è necessario riconoscere lo sforzo e il talento delle migliori chef donne anche perché vogliamo che diventino dei punti di riferimento per un futuro della gastronomia al femminile». E il palato come al solito, esulta di piacere.