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Cookening, il ristorante è a casa

Nasce una startup che permette di scoprire la cucina autentica di luoghi diversi, proprio a casa delle persone del posto: Cookening

Cookening

Uno dei più grandi piaceri durante viaggi e vacanze è quello di sperimentare una cucina nuova e diversa dalla propria. Tuttavia la tradizione culinaria autentica non è facile da assaporare quando non si conosce bene un luogo, e in particolar modo se questo posto è massicciamente turistico: i migliori ristoranti e trattorie sono spesso ‘nascosti’, piccole perle incastonate tra decine e decine di menù turistici. E’ un vero classico: si viene attratti da un locale che ha l’apparenza della tradizione (ben giocata con ninnoli, colori tipici, effetto ‘finto-antico’ dell’arredamento) e poi ci si ritrova sul piatto solo la sua triste imitazione. Ebbene, se siete turisti del gusto e nelle vostre vacanze volete includere un vero viaggio nei sapori, è nata una startup che vi renderà felici: Cookening è una piattaforma che vi permette di assaggiare solo veri piatti casalinghi. Come? Andando a casa della gente del posto!
Nessun ristorante potrebbe mai eguagliare la genuinità di un pranzo casereccio, e su Cookening lo potrete prenotare tutto per voi. In pratica, chi lo desidera può mettere a disposizione la propria casa e le proprie abilità culinarie creando un account sul sito: si pubblica quindi una data e una spiegazione del pasto che si intende allestire. Brunch, pranzo, aperitivo, cena, in terrazzo o al chiuso, in giardino, a buffet, finger food innovativo o ricette della tradizione, il tutto corredato da fotografie dei piatti se possibile e della location, e naturalmente si pubblica il costo e l’indirizzo. In base a questi dati i viaggiatori, a loro volta registrati sul sito, possono scegliere e prenotarsi, e possono anche contattare lo chef per specificare eventuali esigenze alimentari (vegetariani, diabetici, intolleranti ai latticini, allergici alle noci, senza glutine, kosher e così via) in modo da accordarsi preventivamente. Si paga direttamente tramite la piattaforma, la quale aggiunge il 16,7 per cento del costo come proprio guadagno. Gli utenti sono invitati a creare un profilo dove raccontano un po’ di loro stessi e dei loro interessi, perché in fondo Cookening è anche un aggregatore sociale, e più informazioni si pubblicano più è facile creare un gruppo affiatato che siederà allo stesso tavolo. L’esperienza infatti non si limita a quella delle papille gustative: condividere un pasto significa convivialità e socializzazione, un ottimo modo per farsi nuovi amici e chiacchierare con gente del posto o  viaggiatori.
L’idea è nata da tre ragazzi francesi secondo cui il cibo è il miglior mezzo per mettere in contatto culture diverse. Cedric Giorgi, Julien Pelletier e Sébastien Guignot sono tre giovani esperti di web con una forte passione per la gastronomia, che puntano a stimolare la socialità attraverso il fil rouge del cibo. Il lancio di Cookening è avvenuto solo un mese fa, a maggio 2013, e infatti ancora non sono molti gli host, chef e i viaggiatori registrati, ma, come un tempo fu per Airbnb, il sito in cui privati affittano stanze in casa propria ai viaggiatori, oggi must mondiale, nel giro di alcuni mesi sicuramente aumenteranno. Per quanto riguarda la sicurezza dei pagamenti la piattaforma è assolutamente sicura, mentre per estirpare qualsiasi dubbio sugli chef che ospitano (per esempio sulle condizioni igieniche), lo staff di Cookening controlla le abitazioni e invita gli utenti a lasciare feedback per aiutare quelli futuri.

A onor del vero in Italia esiste già un startup che funziona in modo simile, Gnammo, in cui si pubblicano non solo pranzi e cene ma anche eventi a tema culinario: fare il pane, food workshop per mamme e bambini, cene didattiche. Anche in questo caso ci si registra in quanto chef o ‘gnammers’, si propone o si cerca un evento nella città che interessa e si parte alla scoperta di tradizioni culinarie o abilità gastronomiche.

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