Se la Francia è la patria del formaggio e l’Italia il paradiso della cucina mediterranea, per quale delizia culinaria è famosa l’Inghilterra? Mangiare sano per tutti coloro che inseguono il sogno britannico è cosa ardua. Oltre al classico fish&chips, dove orientarsi per un pasto che non si traduca in calorie in eccesso e cibo spazzatura? L’illuminazione arriva da chi di cucina se ne intende davvero, un nome il suo la cui sola pronuncia fa venire l’acquolina in bocca: si tratta di Alain Ducasse, famoso chef francese che, oltre a far impazzire in tavola nei suoi ristoranti parigini, l’Alain Ducasse ed il Jules Verne sulla torre Eiffel, gestisce altri 20 locali sparsi per il mondo. Come se non bastasse, si tiene impegnato organizzando corsi di cucina e scrivendo libri per condividere con il pubblico i suoi preziosi segreti dietro ai fornelli.
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Uno degli ultimi successi è proprio la chiave di volta per interfacciarsi in maniera vincente alla gastronomia londinese: dopo aver affrontato dal punto di vista culinario Parigi, New York e la Costa Azzurra, è la volta di un’altra realtà cosmopolita di grande appeal “J’aime London – la mia Londra del Gusto in 100 indirizzi”. Si tratta di una sorta di vademecum che, come si evince dal titolo, da risalto a quelli che sono i locali suggeriti in questa dimensione cosmopolita, eclettica e vibrante, un meltin pot che non poteva che influenzare la gastronomia. Il libro è un omaggio offerto dallo chef pluristellato ai ristoratori e a tutti gli addetti al settore che fanno da sempre un lavoro formidabile: da non dimenticare che Londra è una città a lui cara che l’ ha accolto a braccia aperte nel 2007 ai tempi dell’apertura del suo locale, The Dorchester.
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Il testo va gustato lentamente, pagina dopo pagina, per memorizzare ogni nome e location lasciandosi rapire dalle bellissime foto: bistrots e ristoranti passando dallo street-food e i mercati fino a posti decisamente chic, il tutto raccolto in quattro capitoli tematici che raccontano più di 100 luoghi.
Si parte con “Institution” in cui si da rilievo a ristoranti emblematici come The River Cafe e The Wolesley per proseguire con “Place to be”, ovvero gli indirizzi più cool, quelli modaioli tra cui spicca il nome di Dean Street Townhouse o il famoso Pitt Cue Co. Il giro per il mondo porta a scoprire i sapori internazionali nella sezione “World Food”: a tenere alto il nome della gastronomia italiana è la Bocca di Lupo, nel cuore di Soho, o ancora a spiccare è Ottolenghi, in quel di Islington, dove gustare specialità gastronomiche mediterranee o le delizie persiane del Dishoom. Infine spazio al “British Terroir” dove si mettono in risalto i sapori locali raccontati da giovani e talentuosi chef come il trio del The Clove Club.
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