Sappiamo che la tradizionale cerimonia del tè verde giapponese prevede diversi passaggi compiuti con sapienza e rigore, mentre tendiamo a pensare che per il tè nero, più classico alle nostre latitudini, sia solo questione di mettere una bustina nell’acqua e via. Un guru come Bharat Chudasama, master tea-taster (‘mastro assaggiatore’) di Hope & Glory Tea rabbrividirebbe all’idea di un tè fatto con tanta nonocuranza: l’Indipendent lo ha intervistato per avere da lui la guida definitiva alla preparazione del tè (in questo caso quello che in Gran Bretagna viene chiamato ‘builder’s tea’, un tè nero forte col latte). Ve la riportiamo.
Dosi: due grammi di tè per 100 ml di acqua, o un cucchiaino a persona più uno per teiera.
Acqua: far bollire dell’acqua fresca, appena spillata, perché il tè risulti più brillante.
Temperatura: questo punto è fondamentale. L’infuso di tè nero dà il meglio di se in punto di ebollizione.
Conservazione: per preservarne gli aromi e la freschezza il tè va tenuto in un contenitore sigillato.
Stoviglie: occorre utilizzare le tazze da tè, non ci piove. Il tè va bevuto quando si è leggermente raffreddato, e le tazze apposite hanno una forma che permette di rilasciare il calore, bassa e larga, al contrario di quelle da caffè alte e più strette che sono pensate per trattenere il calore più a lungo.
Infusione: cinque minuti per il tè nero sono il tempo necessario ad assicurare il sapore perfetto.
Latte: non è una pratica molto italiana, ma il British tea prevede spesso l’aggiunta di latte freddo, che si versa nella tazza (non nella teiera – il raffreddamento istantaneo che porta comprometterebbe la corretta infusione). Alcuni tipi di tè tuttavia non dovrebbero essere mai mischiati al latte, come l’Earl Grey o il Darjeeling.