Di diete e indicazioni per ritrovare la linea in vista della prova costume se ne trovano a migliaia, ma lo scoglio più grande è di natura psicologica. Esibire la propria forma fisica è fonte di stress per 7 italiani su 10: secondo un’indagine promossa da Found! (condotta su 1600 persone, donne e uomini tra i 18 e i 60 anni, attraverso un monitoraggio online) il 69% degli italiani è convinto di essere fuori forma ed è così che la prova costume diventa preoccupazione. Il 44% dei soggetti monitorati dichiara di prepararsi attentamente, un 29% è indeciso sul da farsi, mentre il 27% non prenderà alcun accorgimento.
Con il sole e il mare alle porte, lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, ha stilato un decalogo con l’obbiettivo di aiutare ad abbattere dall’ansia e vincere questa sfida con il proprio corpo: “La prova costume è un tormentone in questo periodo e, almeno per qualche secondo, attraversa i pensieri di tutti. Per molti rimane un pensiero passeggero, per altri c’è il rischio invece che diventi motivo di forte disagio, una rimuginazione su cui la mente s’inceppa, una potenziale causa d’intensa ansia. Talvolta la preoccupazione per la propria immagine corporea può diventare una vera e propria malattia. A tutti piacerebbe essere perfettamente in forma, questo desiderio lo potremmo definire sano, la parte più complicata sta nell’accettare le proprie imperfezioni. La nostra società si basa molto sull’apparenza, l’estetica è un biglietto da visita della persona anche a livello psicologico. Sarebbe bello però che la prova costume fosse un tramite per prendersi cura del nostro corpo in modo sano, rispettandolo e non stressandolo”.
Ecco dunque i consigli dello psichiatra che vi riassumiamo.
Rompiamo gli schemi. Ovvero, non attribuiamo troppa importanza ai canoni che ci sembrano imposti.
Meditiamo sugli obbiettivi, ossia stabiliamo degli obbiettivi raggiungibili, senza fissarci su canoni estetici fuori dalla nostra portata, inverosimili e irrealizzabili.
Ridiamo di noi stessi. Un po’ di ironia e un po’ di leggerezza aiutano a tenere il morale alto anche quando si fanno rinunce a tavola.
Ammettiamo i difetti. Riconoscere ed ammettere un difetto ci rende più forti e sicuri.
Non diamo così tanto peso alla ‘remise en forme’. Le persone non notano solo il nostro peso e non giudicano a seconda della taglia indossata; il modo di essere e i tratti caratteriali spesso colpiscono di più dell’aspetto fisico.
Puntiamo sull’autostima. La perfezione è una trappola, e il perseguirla è spesso un problema di autostima e non di oggettività. Essere sicuri di sé significa essere consci delle proprie imperfezioni senza per questo sentirsi sbagliati.
La perfezione non esiste! Delegare ad un canone prestabilito la propria felicità significa condannarsi a non piacersi mai, provocando una serie di comportamenti che potrebbero finire per non piacere neanche agli altri. Godiamoci il nostro corpo.
Concediamoci del tempo. Programmiamo i pasti e bilanciamo la dieta come abitudine, non come rimedio last-minute, per stabilire un rapporto armonioso con il cibo.
Mangiamo con la testa. C’è una forte componente emotiva nel rapporto con il cibo e la tavola. Non soffochiamo i problemi in un’abbuffata.
Facciamo sport per divertirci. Fare attività fisica non serve solo a perdere peso. Riscopriamo il lato divertente degli sport, la bellezza della sfida, l’esperienza positiva (e magari pratichiamo una disciplina sportiva che ci piace piuttosto che un allenamento che troviamo noioso, ndr).