Oggi Malala Yousafzai ha 15 anni e due grandi cicatrici sulla nuca e dietro il collo. Sono i segni lasciati dai proiettili che i talebani le hanno sparato contro mentre usciva dalla scuola del suo piccolo paese nella Swat Valley, in Pakistan. Oggi Malala si è perfettamente ripresa da quell'attentato e parla ancora più forte per difendere il diritto delle bambine di tutto il mondo a ricevere la stessa istruzione dei loro coetanei maschi. Oggi Malala è candidata al premio Nobel per la Pace.
Nel 2009 i Taliban e il governo centrale pakistano iniziarono una violenta battaglia per la conquista della Swat valley, la zona in cui all'epoca viveva Malala. Alla giovane studentessa, allora undicenne, fu affidato per caso il compito di raccontare la sua vita durante quel periodo in un blog per la BBC.
La battaglia fu vinta dai Taliban che emanarono diversi editti per restringere le libertà personali della popolazione. Tra i tanti uno in particolare impediva alle bambine di studiare, nell'indifferenza del governo centrale pakistano e nell'indignazione della piccola studentessa Malala, che sul suo blog scrisse: "Sembra che solo dopo che dozzine di scuole sono state distrutte e altre centinaia chiuse, l'esercito se ne preoccupa. Se avessero cominciato a combattere tempo fa, la situazione non sarebbe giunta a questo punto."
Con l'inzio della seconda battaglia dello Swat, l'attenzione su quella piccola blogger coraggiosa si accentuò, e sempre più giornali e televisioni chiedevano di parlare con lei. L'attivista sudafricano Desmond Tutu la nominò per il Premio Internazionale per la Pace ai Bambini. La fama di Malala era in crescita e iniziarono ad arrivare le minacce a lei e alla sua famiglia.
Il 9 ottobre 2012 Malala era su un bus che la riportava a casa da scuola quando un talebano fermò il mezzo e gridò alle bambine "Chi di voi è Malala Yousafzai si faccia avanti, altrimenti sparerò a tutte". Lei si fece riconoscere, e il terrorista le sparò un colpo di pistola in testa. Le sue condizioni erano critiche, ma dopo qualche settimana cominciò a stabilizzarsi e fu trasferita in un ospedale di Birmingham, per ricevere cure migliori ed essere al sicuro da possibili nuovi attentati.
Alla sua guarigione, l'attenzione su di lei era moltiplicata, tanto da essere definita dai media internazionali "L'adolescente più famosa al mondo". Gordon Brown, all'epoca inviato speciale delle Nazioni Unite per l'Educazione Globale decise di intraprendere un'operazione mondiale intitolata "I am Malala", per raccontare la storia di questa ragazzina e con l'obbiettivo di portare a scuola tutti i bambini del mondo entro il 2015.
Il 29 aprile 2013, nel suo numero speciale dedicato alle 100 persone più influenti al mondo, il Time dedicò la copertina proprio a Malala, che da mesi teneva discorsi alle Nazioni Unite e presso le più importanti sedi della politica internazionale, nel tentativo di diffondere la sua storia.
Oggi Malala è candidata al Premio Nobel per la Pace, ma anche se non lo vincerà, l'importante è che tutti conoscano cosa le è successo.
Un reportage realizzato dall'agenzia APImages mostra la cittadina di Mingora, dove Malala è nata e cresciuta.
Un reportage realizzato dall'agenzia APImages mostra la cittadina di Mingora, dove Malala è nata e cresciuta.
Un reportage realizzato dall'agenzia APImages mostra la cittadina di Mingora, dove Malala è nata e cresciuta.
Un reportage realizzato dall'agenzia APImages mostra la cittadina di Mingora, dove Malala è nata e cresciuta.
Un reportage realizzato dall'agenzia APImages mostra la cittadina di Mingora, dove Malala è nata e cresciuta.
Un reportage realizzato dall'agenzia APImages mostra la cittadina di Mingora, dove Malala è nata e cresciuta.
Un reportage realizzato dall'agenzia APImages mostra la cittadina di Mingora, dove Malala è nata e cresciuta.
Un reportage realizzato dall'agenzia APImages mostra la cittadina di Mingora, dove Malala è nata e cresciuta.
Un reportage realizzato dall'agenzia APImages mostra la cittadina di Mingora, dove Malala è nata e cresciuta.
Un reportage realizzato dall'agenzia APImages mostra la cittadina di Mingora, dove Malala è nata e cresciuta.