Sono stati tre mesi quelli in cui Sandra Bullock è rimasta chiusa in una enorme scatola per almeno otto ore al giorno. Tredici settimane in compagnia di George Clooney e un milione e ottocento mila lampadine che puntavano contro di lei. Il set del fantascientifico “Gravity” – nuova sfida tecnologica realizzata da Alfonso Cuarón – non è stato certo una passeggiata: “E’ il lavoro più strano che c’è – ci racconta l’attrice – Grazie a Dio alla fine della giornata potevo uscire da quella ‘gabbia’ e andare a casa a baciare mio figlio. In quel momento provavo sempre la stessa sensazione: che la mia vita avesse un senso”.
Sul podio delle superstar negli USA, la Bullock non ha mai catturato fino in fondo il cuore del pubblico italiano: questa volta però assistiamo alla performance più memorabile della sua carriera. Abbandonato lo humour tradizionale, l’attrice si focalizza invece sulla sua vulnerabilità nei panni di una donna in depressione che imparerà ad apprezzare nuovamente il valore della vita. Lo farà nel momento in cui si ritrova a vagare nello spazio abbandonata al suo destino. Sarà proprio la vicinanza della morte a farle riconsiderare in fretta le sue priorità. “Il mio personaggio ha perso tutto quello che per lei era importante. E che poi comincia a capire che c’è una ragione per cui vivere. Abbiamo discusso con Alfonso dei temi del film, di fede e religione: credo che ‘Gravity’ parli soprattutto dell’aver fede verso la vita”.
Mamma dal 2010 – ha adottato il piccolo Louis Bardo, ai tempi del suo matrimonio con Jesse James. E successivamente lo ha cresciuto da sola, dandogli anche il proprio cognome – l’attrice non esita nemmeno un istante a parlare del subo bambino.
Sandra hai detto che tuo figlio ti ispira a dare il meglio nella vita e nel lavoro…
Sì, perché solo così tutto va per il verso giusto. Sono certa che ci saranno ostacoli, ma sono pronta ad affrontarli. Ho un figlio fantastico che rende tutto così facile. Sono fortunata oltre che felice: ho visto tanti bambini che non rendono la vita facile ai propri genitori. Lui sì.
La penserai ancora così quando in futuro avrai altri figli? Ti vedi mamma a tempo pieno?
Guardo il mio bambino e mi torna in mente la mia infanzia: sin da allora immaginavo che un giorno avrei vissuto in una casa piena di bambini. Per ora non è andata così, ma magari un giorno mi sveglierò e sarò circondata da una dozzina di figli. Mi va benissimo. Intanto scherzo con il mio bambino e gli dico sempre “se trovi un altro bambino e vuoi portarlo a casa, fai pure!”.
Qualche anno fa dicevi di essere una persona piena di fobie. Che avevi paura di volare e temevi la fine del mondo. Confrontarti con i temi sviluppati in “Gravity” ti ha fatto rivalutare la cosa?
In realtà c’era un intero mondo di altre preoccupazioni che dovevamo affrontare quando abbiamo cominciato a girare! Eppure “Gravity” ha rappresentato forse la migliore esperienza di vita sul set che abbia mai avuto. Molti non hanno il lusso di fare un lavoro in cui scopri nuove cose sulla vita: in questo caso, una volta portato a termine il ruolo, mi sono sentita una persona più forte.
Il film sarà anche ricordato anche per una sequenza in cui ti spogli nello spazio. C’è un elemento sexy nella figura dell’astronauta?
Mi sentivo più sensuale quando avevo indosso quell’uniforme da astronauta russo. Quella era sexy. Ho adorato girare quelle scene.
George Clooney ha sempre parlato con entusiasmo nei tuoi confronti. E non è l’unico dei tuoi colleghi a dirlo. Quanto è difficile avere veri amici nell’industria di Hollywood?
George lo ho pagato… Pago tutti così poi parlano bene di me! No, la verità è che George e io ci conosciamo da venti anni ormai. Da quando abbiamo finito l’università ed eravamo disoccupati. Ci siamo visti crescere e abbiamo scoperto di avere valori simili. Avere amici in questo mestiere può accadere. Ti capita di tanto in tanto di conoscere persone splendide che finiscono per diventare anche amici a tempo pieno. Dunque quando faccio questi incontri, cerco di stringere il rapporto. Sono grata di avere trovato George e orgogliosa dell’uomo che è diventato. Lui che si prende sempre cura di quelli che ama.
Gravity è distribuito nei cinema dalla Warner Bros.
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