Per chi si serve del suo gusto infallibile è un genio dello stile, per i detrattori una delle maggiori responsabili della piaga anoressia. Per tutti è un fenomeno, Rachel Zoe, la stylist più in voga del jet set statunitense. Senza di lei, 37enne e originaria del New Jersey, le icone più glam del pianeta non saprebbero cosa mettere, per affrontare i riflettori del galà o della prima di turno. Jennifer Garner, Cameron Diaz, Anne Hathaway, Mischa Barton, sono solo alcune delle illustri clienti, a cui Zoe non si limita a cucire addosso look che siano “fashion” in senso assoluto, ma mise inimitabili, perché pensate sulle caratteristiche fisiche e le attitudini di ognuna.
Autrice di numerose “bibbie” del “saper vestire” (tra cui “From A to Zoe”, Warner Books, 2007) e tampinata come una diva da un reality show a lei dedicato (“The Rachel Zoe Project”), le americane la vedono saccheggiare boutique a ritmo forsennato accumulando guardaroba… da “sogno”. Il sogno di migliaia di donne che vorrebbero un corpo da favola, da strizzare nei leggins (immancabili sulle sue gambe filiformi) o da lasciar intuire sotto quei maxi-pull che solo lei può permettersi. Sempre presente ad ogni sfilata nella capitale della moda made in states, per gli stilisti è una miniera d’oro, grazie all’equazione Zoe=celebrities, un punto di riferimento a cui ricorrere ogni volta che si srotola un tappeto rosso.
Una carriera che definire “di successo” sarebbe riduttivo, ma spesso accompagnata da polemiche mirate all’ossessione di Rachel per il modello “scheletro”. Accuse che, dalla campagna-scandalo d’Oliviero Toscani, con la bellissima anoressica Isabelle, si sono inasprite fino a definirla tra le maggiori “promotrici” del triste fenomeno. Al centro del battage, l’evanescente Nicole Richie, sua “adepta” e amica intima di Paris Hilton, che – protagonista di una metamorfosi kafkiana – da bella “in carne” si sarebbe ridotta “pelle ed ossa” per colpa dei consigli della Zoe.
Ma per quanto vanesio possa essere giudicato il mondo di Rachel, con tutte le degenerazioni del caso, considerarla prima colpevole del nuovo “mal sottile” suona a dir poco ottimistico. Certo, di capri espiatori come lei, strizzata nei leggins e con gli occhialoni che la fanno ancora più magra, difficilmente se ne trovano. Forse perché in fondo, per sua stessa ammissione, un po’ di responsabilità ce l’ha anche lei. Ma perché accanirsi su un mestiere, che effimero lo è per definizione, quando l’universo mediatico, con internet, tv e giornali, non fa che giocare sul binomio grasso-magro come se stesse parlando di massimi sistemi?
Il suo lavoro andrà avanti, come dimostra la collezione d’accessori con cui Rachel Zoe darà il suo benvenuto al 2009. Una varietà di borse, occhiali, scarpe, cinture, gioielli ed orologi (più una linea di preziosa lingerie), testimone della sua passione per il dettaglio, per gli accostamenti studiati ed armonici che la confermano la “shopper” più cool in circolazione