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Tuttavia, non si tratta di certo di un esordio spericolato e giocato su un suolo solo parzialmente conosciuto. La Martini è persona di casa alla Mole da sette anni, ovvero da quando Nanni Moretti la chiamò a partecipare al Festival nel ruolo di vice-direttrice. Da quel giorno, sono passati sette anni di lavoro, studio e fatica, accanto a direttori come Gianni Amelio, Steve della Casa e Paolo Virzì, che quest’anno la affianca come guest director, che hanno trasformato il Festival uno dei gioiellini del circuito internazionale.
La storia della neo-direttrice dalla chioma rosso-fuoco, è soprattutto la narrazione di un incanto. Dopo essersi laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Bologna, la giornalista sembra non voler più uscire dalla magia della sala buia. Una carriera, la sua, dedicata al cinema e alle sue possibili riflessioni, prima come membro del comitato editoriale di Cineforum, poi come critica di riviste di settore, Film Tv, Cinema e Cinema, Vivilcinema, Lo Straniero, Giudizio Universale, Drammaturgia, Cinecritica.
Tra i libri firmati dalla critica, Storia del cinema inglese, Il lungo addio – L’opera di Robert Alman e ritratti dedicati, fra gli altri, a Nicholas Ray, John Huston e Franca Valeri. Insomma più che di una prima prova, l’edizione Martini, sembra essere una piacevole conferma realizzata finalmente sotto il faro della celebrità.