Immaginate un mondo dove si incontrano sirene e tritoni, meduse e polipi, aragoste e stelle marine, che escono guizzanti dal mare e invadono le strade in un tripudio di brillantini, paillettes e colori. No, non vi trovate in nessuno stato allucinatorio e tantomeno in un film della Disney: siete a Coney Island, New York, e questa è la Mermaid Parade! Tutti i rappresentanti di un magico mondo a cavallo tra la mitologia e la biologia marina riempiono ogni anno la Surf Avenue in una lunghissima parata allegorica, dove inibizione e perbenismo non sono ben accetti.
Nata nel 1983 la Mermaid Parade è un grande omaggio che New York dedica al mondo marino, una sorta di carnevale ittico, indissolubilmente legato all’immaginario di Coney Island. La mitica broadwalk che costeggia la spiaggia e il celebre Luna Park, classico elemento dell’immaginario collettivo, con la sua ruota panoramica e i suoi hotdog, hanno reso questa zona costiera newyorkese il ‘divertimentificio’ ufficiale sin dalla metà dell’Ottocento. All’epoca Coney Island era una sorta di luogo di perdizione della classe lavoratrice, covo di scommettitori e bevitori, ma anche di spettacoli circensi, freak show, giostre e attrazioni. Ebbene, Coney Island è ancora così, intatta nella sua decadenza, tra ottovolanti arrugginiti e donne barbute, autentica e assolutamente visionaria.
La parata delle sirene è l’apice dei momenti festosi del luogo, e ogni anno accoglie decine di migliaia tra visitatori e personaggi che sfilano. ‘Benvenuti alla parata più svestita d’America!’ saluta il presidente del distretto di Brooklyn – di cui Coney Island fa parte – dalla cima di un carro che apre la sfilata: per circa due ore ininterrotte è un susseguirsi di macchine d’epoca e marinai, bande musicali arcobaleno, qualche pirata – fa la sua comparsa anche una tragicomica parodia di Schettino – ma soprattutto travestimenti elaborati (una giuria premia a fine parata il miglior costume), siren e di ogni genere, dalla punk alla pin-up, rigorosamente svestite e ammiccanti, fino a buffi Tritone, luccicanti meduse, colorati cavallucci marini, senza tralasciare riferimenti all’attualità come l’inquinamento dei mari – rappresentato da striminziti costumi di polistirolo su corpi nudi interamente tinti di nero. Il tema del clima quest’anno è particolarmente caro agli abitanti di Coney Island e ai newyorkesi tutti: dopo l’uragano Sandy che ha colpito la città lo scorso ottobre, moltissime zone costiere sono state danneggiate, i negozi e i bar allagati, le strutture commerciali distrutte. Diverse aree della metropoli non si sono ancora rimesse in sesto, e i danni subiti avevano minacciato quest’anno lo svolgimento della Mermaid Parade. Ma gli organizzatori non si sono dati per vinti, e hanno organizzato una raccolta fondi che ha garantito l’evento, pur leggermente sotto tono rispetto agli anni passati.
Tagli necessari dal punto di vista economico, ma che in un certo senso hanno ulteriormente rafforzato lo spirito delle sirenette pronte a riportare lustrini e paillette in un trionfo ludico di vita (marina) sulla morte. La Mermaid Parade non ha connotazioni etniche, religiose o commerciali, è semplicemente un grande tributo al mare che si ripete da trent’anni. Dopo la lunga parata è tempo di scendere in spiaggia per un pomeriggio dance in cui se ne vedono di tutti i colori, dal vecchietto scatenato ai break dancers improvvisati, oppure tornare sulla Surf Avenue a riempire i pub gremiti di cavallucci marini e polipi, o ancora comprare un biglietto per il freak show e godersi un’ulteriore mezz’ora in questo mondo visionario e senza inibizioni, per poi riprendere la metro in un viaggio che sarà altrettanto allucinatorio, in un vagone/acquario zeppo di sirene e pesciolini.