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Questa foto si autodistruggerà: Snapchat

Perfetto supporto del sexting, Snapchat è l’applicazione che autodistrugge i messaggi compromettenti, ma non senza problemi

Sexting

“Questo messaggio si autodistruggerà in 10-9-8-7…” I film di spionaggio e gli action movie ha utilizzato questo espediente centinaia di volte lasciando il pubblico col fiato sospeso mentre si chiedeva ‘riuscirà a memorizzare il messaggio?’. Ebbene, la stessa adrenalina ma con meno pericoli la vivono oggi milioni di utenti, in particolar modo adolescenti, utilizzando Snapchat, applicazione per smartphone nata circa 3 anni fa ma oggi all’apice del successo, tanto da ricevere un’offerta di acquisto da parte di Facebook, clamorosamente rifiutata.

Snapchat è il non-plus-ultra di un fenomeno tutto contemporaneo, il sexting, ovvero lo scambio di messaggini e foto osé (che ha già messo in imbarazzo non pochi esponenti politici e star). Solo che a differenza dello scambio di una foto qualsiasi, Snapchat permette di visualizzarla per non più di 10 secondi. Chi invia può anche restringere il tempo limite per guardare il file ricevuto, che poi si autodistrugge. Con grande giubilo degli adolescenti, i primi users dell’applicazione che non devono più preoccuparsi di venire scoperti mentre si inviano le tanto in voga foto osé. E la limitazione non si può aggirare con uno snapshot: l’applicazione riconosce l’utente ‘truffaldino’ e invia un sms al mittente avvisandolo della disonestà.

E’ pieno boom: ad oggi si contano 30 milioni di utenti attivi, per circa 400 milioni di ‘snap’ al giorno per l’applicazione nata da due giovani studenti, Evan Spiegel e Bobby Murphy. Ma il successo non arriva senza problemi: è recente l’iniziativa di un gruppo di hacker che ha voluto sottolineare la poca sicurezza del servizio, una falla in teoria sistemata e che ha costretto i creatori dell’app a scusarsi pubblicamente. In pratica, per trovare altri utenti è indispensabile conoscere l’esatto username della persona, e quindi entra in gioco la funzione ‘snapsearch’, ovvero ‘trova amici’. Gli hacker hanno dimostrato che è facilissimo tramite questa funzione accedere a dati privati come i numeri di telefono di qualsiasi iscritto, rendendo pubblici i dati di oltre 4 milioni e mezzo di utenti. Altra falla nella sicurezza è che ‘fatta la legge trovato l’inganno’: basta scaricare un programmino che si chiama ‘snaphack’ et voilà, le foto si possono salvare prima che vengano distrutte. Ancora un ulteriore problema è che al servizio oggi accedono anche servizi pubblicitari, al punto da creare un vero fenomeno di ‘snap spam’.

Insomma le falle ci sono e sono colossali, ma agli utenti, e soprattutto ai giovanissimi, continua a piacere questa applicazione che permette di vivere il brivido di scambiarsi immagini proibite con la – forse effimera – certezza di non lasciare tracce.

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