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Le nuvole sacre di Zabetta

Il pittore ricorda l’orrore della bomba atomica con un segno marcato e vivo

Roberto Coda Zabetta, Senza Titolo

La tragedia della Bomba Atomica, lanciata sul Giappone nel 1945, ha influenzato la popolazione mondiale, lasciando un segno ancora oggi molto vivido. Le sensibilità artistiche di certo hanno risentito della portata del dramma e spesso sono state capaci di trasformare il dolore in arte. In modo catartico.

A 65 anni dalla drammatica esplosione l’artista Roberto Coda Zabetta riscrive l’evento, imprimendolo sui volti degli uomini nelle sue tele. Lo fa in maniera dura, a tratti spaventosa, con pennellate grosse, ad accentuare la violenza del soggetto. L’artista, nato a Biella nel 1975, da sempre utilizza il volto umano per esprimere un dolore straziante, da scagliare contro la superficialità contemporanea, e, in questa mostra, dal titolo NUVOLE SACRE , le sue 15 tele raggiungono risultati ancora più struggenti. Da sempre interessato all’estetica del dolore, utilizza i suoi smalti bianchi e neri per aggrumare il colore, creando macchie che diventano volti, dipinti sempre frontalmente, che guardano e interrogano. Quando il colore entra nelle tele sono macchie di rosso, come sangue schizzato.

La mostra – a cura di Claudio Composti e patrocinata dal Comune di Milano –  sarà accompagnata dalla proiezione di un video molto raro, risalente al 1960, del noto fotografo giapponese Eikoh Hosoe, dal titolo Navel and A-Bomb (Heso to genbaku). Si tratta di un’opera molto evocativa, interpretata dai danzatori butoh Tatsumi Hijikata e Kazuo Ohno. Una successione di momenti idilliaci alternati a distruzione e angoscia, in cui la Bomba Atomica è vista come una punizione divina. Dal frutto proibito mangiato dagli uomini all’ombelico di un bambino, che non si deva toccare per nessun motivo: ritratto drammatico della perdita dell’innocenza.

Dal 27 luglio al 15 settembre 2010
Palazzo Reale
Piazza del Duomo 12
Milano

Didascalia opera:
Senza titolo
290 x 380
Smalti su tela
2010

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