La biodiversità italiana intesa non solo come ricchezza enogastronomica o territoriale, ma anche come eredità artistica. È proprio la ‘biodiversità artistica’ la protagonista di una mostra che arricchisce il percorso espositivo di Expo 2015, allargando il panorama della nutrizione e della produzione ai luoghi, le terre, le acque e il venti come generatori di opere d’arte. ‘Il Tesoro d’Italia’ è la mostra allestita nel Padiglione di Eataly, a cura di Vittorio Sgarbi, che celebra le meraviglie artistiche italiane con una selezione di 350 capolavori.
Opere che, da Tiziano a Gaetano Pesce, evidenziano non solo la ricchezza culturale del Belpaese ma sottolineano le diversità regionali anche nella produzione artistica. Focus quindi sulle differenze tra l’opera di un artista lombardo e quella di un pugliese, tra un capolavoro veneto e uno toscano, tra un manufatto umbro e uno campano: diversità che solitamente sono comprensibili solo ad occhi esperti, ma che in questo percorso espositivo vengono sottolineate per ricostruire l’immagine di un grande mosaico artistico. Capolavori da Trecento ad oggi, grandi classici e opere di artisti emergenti, con tanto di percorso en plen air per passeggiare nel giardino arricchito di statue e sculture. Ricchissima la selezione di opere d’arte provenienti da chiese, musei, istituzioni e importanti collezioni private, scelte per coprire cronologicamente la storia dell’arte italiana dal medioevo al contemporaneo, ma anche la geografia della penisola in base alla regione di origine dell’artista. Nel percorso Agostino da Lodi, Ludovico Carracci, Renato Guttuso, Lorenzo Bernini, Giovanni da Nola, sono solo alcuni degli artisti selezionati da Sgarbi. Numerosi anche gli artisti viventi presenti nella mostra: Piero Guccione, Giuseppe Gallo, Pizzi Cannella, Enzo Cucchi, Andrea Martinelli, Enrico Castellani, Carol Rama, Giò Pomodoro.
Anche l’allestimento della mostra celebra la creatività e il savoir faire italiano: è Rubelli infatti, storica azienda tessile veneziana, a fare da pregiato sfondo alle opere della mostra. I tessuti Rubelli sono stati donati per l’occasione per fare da cornice a sette secoli di storia dell’arte, per vestire lo spazio espositivo e, allo stesso tempo, esporre due delle proprie creazioni. Si tratta di due realizzazioni tessili particolarmente complesse e pregiate, un broccato in oro zecchino (tessuto dall’azienda per il sipario del Teatro Bolshoi) e un lampasso in organzino di seta e fibra ottica, commistione di classico e contemporaneo. Rubelli partecipa a ‘Il Tesoro d’Italia’ come sponsor tecnico e come autore di opere quindi, sottolineando lo stretto legame tra l’azienda e il mondo dell’arte, e più in generale tra il manufatto e l’eccellenza italiana.