Tutti conoscono Vittorio Gassman, per il contributo enorme cha ha dato al cinema, per la sua capacità di trasformarsi a seconda dei film e di saper toccare, di volta in volta, corde comiche o tragiche. E allora, a undici anni esatti dalla sua morte, il modo migliore per ricordarlo è un documentario, in uscita nelle sale italiane proprio il 29 giugno. Vittorio racconta Gassman – Una vita da mattatore, per la regia di Giancarlo Scarchilli e con il prezioso contributo di Alessandro Gassman, anche voce narrante del film, è un tributo d’amore, che non vuole suonare come un triste epitaffio, ma come un divertente resoconto della vita dell’artista e dell’uomo, dissipando le nubi sugli ultimi anni di Gassman, caratterizzati dalla depressione, e mettendo in evidenza il suo lato più affabile, il suo essere un punto di riferimento per la famiglia come per il mondo del cinema.
Le sue interpretazioni sono rimaste memorabili sia per gli amanti del teatro che del cinema, nonostante sia ricordato molto spesso come un grande attore classico, il suo modo di recitare era del tutto innovativo, potente e personale. Lo dimostra una versatilità unica che lo portava a calcare le scene nei panni di un cupo Amleto per poi diventare Peppe er Pantera de I soliti ignoti. Il film nasce dalla volontà del regista di restituire un po’ di quello che aveva ricevuto da Gassman all’inizio della sua carriera, egli, infatti, si ritiene debitore nei confronti suoi e di Sergio Citti per i consigli e l’appoggio umano ricevuti. L’amore per l’uomo ed il rispetto per l’artista sono il fulcro di un’opera importante, capace di non tralasciare la complessità del personaggio presentato.
Il documentario, presentato l’anno scorso alla Mostra del Cinema di Venezia, prima di arrivare nella programmazione ufficiale, sarà presentato gratuitamente in molte sale italiane.