Inaugurata questa primavera, la nuova sede della Fondazione Prada è ufficialmente entrata nel vivo della programmazione artistica e culturale. Nei suggestivi spazi di un’ex distilleria del 900 riconvertita dallo studio OMA, la Fondazione apre all’arte con mostre, progetti espositivi, rassegne e opere permanenti, dando vita ad un calendario vivace dal carattere sperimentale e interdisciplinare.
Fino al 24 agosto 2015 la mostra ‘Serial Classic’ affronta il tema della serialità e della copia nell’arte classica. L’esposizione, curata da Salvatore Settis e Anna Anguissola, costituisce un ideale collegamento con la sede veneziana della Fondazione, quella di Cà Corner della Regina, presso la quale si svolge la mostra ‘Portable Classic’. Ma tornando alla prima, ‘Serial Classic’ è dedicata alla scultura classica e alle copie, in particolare alle repliche diffuse che l’arte romana fece di quella greca. Presenti in mostra più di 60 sculture, alcune delle quali pongono l’accento sulla questione delle opere (originali) perdute e le loro copie multiple, come le serie Discobolo e Venere Accovacciata; altro tema importante è quello dei materiali – bronzo e marmo – e dei colori, di cui è emblematico l’Apollo di Kassel; altre opere esplorano il tema della tecnologia di riproduzione delle copie. Tra le serie più note la Penelope e le Cariatidi sul prototipo dell’Eretteo di Atene.
Gli spazi dedicati al cinema ospitano fino al 25 luglio il progetto intitolato ‘Roman Polanski: My Inspiration’, documentario ideato dal regista appositamente per la Fondazione Prada e diretto da Laurent Bouzereau, nel quale si ripercorrono le fonti di ispirazione dell’opera cinematografica di Polanski, analizzando alcune delle pellicole che più lo hanno influenzato, tra cui ‘Quarto Potere’ di Orson Welles, ‘Ladri di Biciclette’ di Vittorio de Sica, ‘8 ½’ di Federico Fellini. Questi e altri film più una selezione di pellicole girate dal regista vengono proiettati ogni venerdì e sabato fino al termine della rassegna.
Ancora, è visitabile fino al 31 ottobre 2015 il progetto espositivo ‘In Part’, curato da Nicholas Cullinan, dedicato al concetto di ‘parziale’ e ‘intero’ nell’arte: dall’esplorazione dell’idea del frammento corporeo nelle sculture di Lucio Fontana e Pino Pascali, alla rappresentazione delle rovine di John Baldessari, David Hockney e Francesco Vezzoli, dall’uso del primo piano fotografico nella costruzione della figura nei dipinti di William Copley e Domenico Gnoli, ai ritratti deformati di Llyn Foulkes, dalle silhouette incomplete di Yves Klein fino alla sovrapposizione di figure nell’opera di Francis Picabia. Opere di Charles Atlas, Bruce Nauman, Robert Rauschenberg e Richard Serra, provenienti da musei internazionali e collezioni private, completano questa indagine.
E ancora, fino al 10 gennaio 2016, il progetto ‘Trittico’, curato dal Thought Council che prevede la presentazione di tre opere a rotazione, provenienti dalla collezione, accostate tra loro per rimandi, forme, affinità concettuali. Il primo trittico è composto da Case II (1968) di Eva Hesse, Lost Love (2000) di Damien Hirst e 1 metro cubo di terra (1967) di Pino Pascali, lavori che associano la forma del cubo ad elementi legati alla natura.
Last but not least, ‘An Introduction’, il percorso espositivo che unisce oltre 70 opere le quali intrecciano l’amore per l’arte che ha portato, di anno in anno, ad arricchire la collezione della Fondazione. Dagli anni Sessanta, dal New Dada alla Minimal art, all’arte impegnata e critica, con tuffi nel passato attraverso lo studiolo della fine del XV, emblema della volontà di conoscere e approfondire. E ancora una serie di quadri con opere di William N. Copley Lucio Fontana, Mario Schifano, Jeff Koons, Gerhard Richter, Goshka Macuga. Concludono il percorso i ‘veicoli d’artista’.
La Fondazione Prada Milano è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 21 e si trova in Largo Isarco 2, 20139 Milano