Giustizia, costrizione, autonomia, responsabilità, punizione: le implicazioni individuali e sociali del carcere sono il punto di partenza per esplorare un tema ampio come quello della libertà e dei diritti umani. Ai Weiwei, artista e attivista cinese tra i più importanti e prolifici del nostro secolo, ha affrontato queste tematiche con conseguenze che spesso deve pagare sulla propria pelle, e oggi lo fa ad Alcatraz, il luogo-simbolo della prigione, il carcere per eccellenza, che ha allestito con sette installazioni site-specific visibili fino ad aprile 2015.
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Le opere fanno parte dell’esposizione @Large, realizzata da Ai Weiwei per For-Site Foundation, ed esplorano il concetto di libertà di parola e diritti umani attraverso la lente dell’artista, che personalmente ha sperimentato la dura vita del carcere e l’impedimento della libertà di espressione. Alcatraz, un luogo che ha segnato la storia degli Stati Uniti, una fortezza su un’isola nella Baia di San Francisco che negli anni ha avuto la funzione di base militare, di faro, ma soprattutto che è stato emblema del regime carcerario duro, che ha ispirato film, serie tv, videogiochi e romanzi, attualmente è uno dei siti turistici più visitati della costa occidentale.
Con il biglietto di ingresso per la visita all’ex prigione, si può accedere all’edificio in cui i detenuti ‘privilegiati’ potevano lavorare, che ospitava anche l’ospedale e le celle di osservazione psichiatriche, al refettorio e all’unico blocco di celle non ammodernato dai tempi del fortino militare. In queste aree, solitamente non aperte al pubblico (ad eccezione della mensa) si dislocano le installazioni di AI Weiwei, che, paradossalmente, non ha potuto visitare le sale, essendogli proibito di lasciare la Cina in seguito
all’arresto del 2011: imprigionato ufficialmente per evasione fiscale, per mesi non si seppe più nulla di lui, fino al rilascio su cauzione, avvenuto anche grazie alla mobilitazione internazionale in suo sostegno. Le opere sono state realizzate a distanza, con il supporto di partner locali, dei volontari di Bay Area e di Amnesty International.
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Le installazioni che compongono @Large sono esteticamente eleganti e portano con sé un evidente messaggio politico, che nasce da un artista che sa di cosa si parla quando si tirano in ballo i diritti e la libertà. Le opere nello specifico sono With Wind, una sorta di dragone cinese fatto di aquiloni le cui ‘ali’ portano impressi simbolismi legati ad Alcatraz; Trace, 175 ritratti di persone in carcere per reati legati alla libertà d’opinione, espressione, parola, credo politico, etico o religioso, fatti con mattoncini colorati; Refraction, una immensa installazione di pannelli riflettenti che evocano la prospettiva guardia-carcerato; Stay Tuned, opera acustica in cui vengono riprodotte parole, versi, canzoni composte da artisti incarcerati per aver esercitato la libertà di espressione; Illumination, altra installazione sonora che riproduce i canti tradizionali delle tribù Hopi, nativi americani tra i primi a sperimentare duramente le prigioni di Alcatraz e l’isolamento nelle terribili celle designate ad ‘osservatorio’ per i detenuti con problemi psichici; Blossom, in cui sanitari, tubi, lavelli, rubinetterie ospitano in un intricato bouquet di fiori di ceramica; infine Yours Truly, opera partecipativa in cui il visitatore è invitato a scrivere una cartolina ad uno dei detenuti rappresentati nell’installazione Trace, per ricordare loro che, nonostante l’isolamento forzato, non sono stati dimenticati.
@Large: Ai Weiwei on Alcatraz nasce da FOR-SITE Foundation in partnership con il National Park Service e il Golden Gate National Parks Conservancy. Si può visitare fino al 26 aprile 2015, per maggiori informazioni cliccate qui