Era il 1939, e una marca di dentifricio cercava il suo sponsor: decise di farlo attraverso un concorso di bellezza, in cui si invitavano le candidate ad inviare una fotografia nella speranza di diventare ‘Miss Sorriso’. Precursore di quello che nel 1946 sarebbe diventato il concorso di bellezza più importante, ‘5000 Lire per un Sorriso’ fu l’antesignano di Miss Italia. Manifestazione che non ha bisogno di presentazioni, negli ultimi anni ha vissuto diversi smottamenti e ha visto accendersi fior fiore di polemiche, ma è giunta alla 69° edizione (72° se includiamo i tre anni di Miss Sorriso) con finale prevista per domenica 14 settembre a Jesolo, condotta da Simona Ventura e trasmessa da LA7 per il secondo anno, dopo che la RAI ha ‘scaricato’ la kermesse in quanto costosa e anacronistica.
Trampolino di lancio per diverse attrici, soubrette e piccole-grandi star della televisione, Miss Italia ha favorito anche alcune delle grandi escluse dal podio. Non ha vinto Miss Italia Sophia Loren, per intenderci, e nemmeno Gina Lollobrigida; non hanno vinto Simona Ventura stessa, Ilary Blasi e Anna Falchi. Hanno ottenuto la corona invece Anna Valle, Martina Colombari, Roberta Capua, e, tornando indietro negli anni, Lucia Bosé. Insomma, la kermesse di celebrità ne ha sfornate – in verità non tantissime se consideriamo la longevità del concorso, e tra chi lo considera ‘un sogno che diventa realtà’ e chi lo trova retrogrado e degradante per la donna, le aspiranti reginette hanno fatto in qualche modo da specchio della società, sia nel bene che nel male.
Il vero e proprio concorso con bellezze che sfilano esordisce l’anno successivo alla fine della guerra, il ’46, e si chiude subito in polemica per la decisione finale, tanto da decretare una sorta di titolo ex-aequo tra Rossana Martini, vincitrice ufficiale, e Silvana Pampanini, che di lì a poco diventerà un’attrice-icona degli anni ’50. Qualche edizione dopo il concorso comincia a venire trasmesso via radio, e per più di vent’anni sarà quello l’unico mezzo per portarlo nelle case di tutti. E’ solo nel ’79 che Miss Italia approda in televisione, inizialmente su reti locali, poi su Canale 5 e infine, dall’88 al 2012, nel palinsesto RAI in diretta televisiva. Fino a che i costi hanno superato gli incassi, ed il contratto non è stato rinnovato, obbligando la kermesse a cambiare format e rete.
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L’evoluzione del costume e della società si riflettono per certi aspetti nel concorso. Non solo per il cambiamento del look e dell’abbigliamento (termine paradossale per decine di ragazze in costume da bagno?), per i capelli e il trucco che di anno in anno cambiano assieme alle mode. Ma anche per le regole stesse del concorso: un tempo ad esempio vi era un diverso limite anagrafico, tanto che un paio di Miss vennero elette addirittura 15enni (d’altronde un tempo le donne si sposavano ed avevano figli in età che oggi considereremmo eccessivamente precoci), mentre fino a poco tempo fa non si poteva partecipare dopo i 26 anni (troppo vecchie?). Vi erano misure fisiche standard da rispettare, abolite solo nel 1990. Non si potevano eleggere Miss sposate o con figli, tanto che fece grande scalpore Mirca Viola, alla quale venne tolto il titolo quando si seppe che era moglie e madre. E’ arrivato poi l’anno di Denny Mendez, la prima reginetta di origini non italiane e soprattutto di colore, evidente segnale di come la società stesse cambiando in senso multiculturale. Oggi la presidente Patrizia Merigliani apre alla possibilità di ammettere in concorso le trans, affermando in conferenza stampa che Miss Italia è ‘pronta ad ascoltare le richieste della società’.
Insomma i tempi cambiano ma soprattutto le donne cambiano, si evolvono, evadono da canoni e stereotipi, pur rimanendo incastrate in certi altri, come l’uso della bellezza per aprirsi le porte. E se da un lato ci si augura che un giorno il cervello e il talento valgano finalmente di più di un bel viso, e che le donne smettano di venire giudicate in base all’avvenenza, dall’altra se proprio dev’esserci questa esibizione del corpo ben venga che almeno non vi siano limiti al concetto di ‘bellezza italiana’. Quest’anno si annunciano addirittura miss che parlano e fanno spettacolo. Un altro passo in avanti o un’operazione di marketing per mettere a tacere le polemiche sulla mercificazione del corpo femminile?