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Dormire in un nido: rifugi bio in Salento

Stanno sorgendo in Puglia i rifugi biodegradabili auto-costruiti grazie ad un concorso di idee rivolto all’architettura sostenibile

Ulivo in Salento

Ogni bambino ha sognato almeno una volta nella vita di avere una casetta sull’albero, e oggi le proposte dei resort ecosostenibili spesso fanno in modo che quel sogno si avveri. Ma per un’immersione nella natura davvero totalizzante, perché non immaginare addirittura un vero e proprio nido in cui rifugiarsi, come animaletti di campagna? E’ questo che ha fatto il concorso di idee ‘Nidificare i Paduli’, lanciato da Laboratorio Urbano Bollenti Spiriti delle Terre di Mezzo, l’Associazione culturale LUA – Laboratorio Urbano Aperto e i Comuni di San Cassiano, Botrugno, Surano, Nociglia, Giuggianello, in Provincia di Lecce.

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Nell’ambito di ‘Abitare i Paduli’, progetto neorurale di attività eco-sostenibili a sostegno del territorio del ‘Parco Agricolo dei Paduli’, è nata questa iniziativa che ha portato i giovani architetti ad esprimere la loro creatività nell’immaginare dei rifugi biodegradabili completamente integrati nella natura salentina. Si tratta di progettare alberghi temporanei che abbiano come principio base quello di proporre nuove strategie per vivere in modo ecosostenibile, partendo da ciò che il territorio offre e promuovendone le caratteristiche. Una volta sanciti i progetti vincitori del concorso di idee (ne stati presentati 38, selezionati da una giuria di architetti, tecnici ed esperti), è iniziata la parte pratica: il workshop di autocostruzione dei suddetti. In un arco di tempo di due settimane circa – dal 14 al 20 luglio – gli architetti e i volontari costruiranno i ‘nidi’, che saranno rivolti ad ospitare studenti, cicloturisti, visitatori intenzionati a vivere il territorio da un punto di vista eco-compatibile. Un progetto collettivo per innescare un circolo virtuoso.

Ma veniamo alla pratica: cosa sta sorgendo dunque nel Parco Agricolo dei Paduli? Le opere in corso sono ‘Lovo’ e ‘Nido dei Paduli’, rispettivamente il progetto vincitore e il secondo classificato del concorso. Lovo, come evoca il nome stesso, è un rifugio a forma di uovo – presentato da Antonio Sportillo, Simona Bartoletti, Filippo Cavalli e Giulio Vignoli – un gruppo di architetti under 29 che operano tra Parma e Brindisi. Si tratta di un accogliente spazio circolare costruito con i materiali provenienti dall’allevamento e dall’agricoltura locale, come sacchi di juta, reti in nylon per la raccolta delle olive, rafia e canapa, raccolti attorno ad un albero, che nell’insieme dona una sensazione di leggerezza e semplicità. Il tutto completato dall’effetto magico delle luci ad olio. Per la prima versione, Lovo avrà quattro stanze doppie, con la possibilità di ampliare la struttura in tempi successivi. Il secondo progetto, Nido dei Paduli, è stato presentato da un gruppo di studenti dell’Università di Firenze, Tommaso Secchi e Lucia Frascerra in collaborazione con Davide Pedrini, e si tratta di un’altra struttura che abbraccia un elemento arboreo, più rigida della precendente, fatta di canne, rami potativi, paglia. Verranno costruiti anche due progetti che hanno ottenuto la ‘menzione speciale’, ossia ‘Il Nido’ e ‘Casseddha’.

Tutti i materiali utilizzati sono stati raccolti all’interno del parco, un territorio di 550 ettari in provincia di Lecce che include ulivi centenari, masserie, pascoli, boschi e terreni agricoli nel cuore del Salento. Il progetto ‘Parco Agricolo dei Paduli’ nasce proprio per valorizzare e proteggere un territorio dall’alto valore paesaggistico, attivando pratiche eco-sotenibili che abbraccino l’agricoltura, la cultura e il turismo. I rifugi in corso d’opera sono i primi in Italia ad essere completamente biodegradabili.

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