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Torna la voce soul della Winehouse

A dicembre esce l’album postumo della cantante inglese. Una raccolta di 12 brani, originali e non, che non sta riscuotendo su FB il plauso totale dei suoi fans. Il motivo? Troppa speculazione

Amy Winehouse in concerto a Florianopolis
AP

È ufficiale. Il 5 dicembre esce il primo album postumo della cantante Amy Winehouse, morta il 23 luglio scorso per una overdose di alcool. Il lavoro, “Amy Winehouse Lioness: Hidden Treasures”, è, parafrasando il titolo, un “tesoro nascosto” che consiste in una raccolta di 12 brani che miscelano il pop, il jazz ed il soul con la creatività e la qualità delle melodie della giovane britannica.

L’album è stato realizzato dai produttori Mark Ronson e Salaam Remi che hanno unito delle canzoni ancora in fase di produzione quando la Winehouse è morta con le cover di album precedenti (come la versione demo di “Wake Up Alone”, “Tears Dry On Their Own” e “Valerie”) e versioni alternative di brani di altri autori (come “Will You Still Love Me Tomorrow”, la famosissima canzone romantica incisa da The Shirelles nel 1961, “A Song For You” di Donny Hathaway’s  e “Our Day Will Come” di Ruby & The Romantics’ ). L’album conterrà anche “Body & Soul”, il duetto realizzato dalla cantante con Tony Bennet  all’inizio del 2011.

LP postumo sarà di sicuro un lavoro interessante e non potrebbe essere altrimenti, vista la sua voce soul, così intensa ed imponente. Ma il progetto in sé non ha riscosso il plauso della totalità dei suoi fans, che su Facebook lamentano una manovra musicale poco elegante, un vero e proprio “Christmas cash-in”.  Una speculazione che non rende merito, secondo i suoi seguaci, alla grandiosità della cantante che con il suo ultimo studio album “Back To Black”, il secondo della sua brevissima carriera, ha raggiunto l’apice del successo.  E ciò spinge i suoi proseliti a consigliarsi di non acquistare il nuovo progetto, e di non cadere nelle trappole commerciali.

Uno dei pochi aspetti positivi che i fan riconoscono nella manovra è la devoluzione in beneficenza di parte dell’incasso. Una parte dei proventi dell’album, infatti, sarà donata alla “Amy Winehouse Foundation”, l’ente di  carità, creato nel ricordo della cantante,  “Che – come ci ricorda Mitch, il padre dell’artista, sulla home del sito –  ha il compito di aiutare, supportare e prendersi in carico i giovani, soprattutto quelli bisognosi a causa di malattia, disabilità, svantaggi finanziari, tossicodipendenza”.

Ci si potrebbe domandare, per concludere, se il genio artistico e l’incredibile talento della Winehouse siano meglio rispettati con il silenzio o con la loro totale esibizione. A voi la scelta

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