Dopo un lungo silenzio, a dire il vero riempito dai classici pettegolezzi che circondano la vita delle rockstar (è in clinica a disintossicarsi, ha una nuova fidanzata) o da altre illazioni (è un “contattista” e aspetta con ansia l’arrivo degli alieni), è tornato Robbie Williams, con un nuovo disco che lo conferma uno dei musicisti più influenti dei nostri tempi.
A due anni dall’uscita del suo ultimo album, quel Rudebox che non fu esattamente un successo di pubblico, l’ex Take That ha scommesso su un prodotto ancora più eclettico e sperimentale. Lo ha fatto contando però sull’appoggio di una vecchia volpe del pop, il produttore Trevor Horn, che fu autore negli anni ’80 del classico dance Video killed the radio stars. E la forte influenza di questo padrino si sente fin dal titolo dell’album, Reality killed the video stars, che richiama palesemente la notissima canzone.
Il primo singolo uscito, Bodies, ha immediatamente scalato le classifiche di vendita di tutto il mondo, ma questa per il cantante e musicista inglese non è una novità, visto che in poco più di un decennio di carriera solista ha accumulato l’impressionante cifra di 55 milioni di dischi venduti. Niente male per un ex cattivo ragazzo che uscì tra molte polemiche dalla prima boyband di fama e successo mondiali, quei Take That dai quali fu radiato e coi quali si è riconciliato pubblicamente di recente.
Per il bel Robbie sono il passato remoto di una carriera luminosa che verrà coronata in febbraio dall’ennesimo premio Brit, questa volta alla carriera (di questi Oscar della musica inglese il cantante ne ha vinti ben 10). Reality killed the video stars è un prodotto eterogeneo e variegato, che contiene momenti elettronici come in Bodies, scherzi dal sapore anni ’80 come Last days of Disco oltre alle ballate tanto care ai fan, come nel secondo singolo che uscirà a giorni, You know me o in Morning Sun, la traccia che apre il disco e che è dedicata a Michael Jackson.
Dell’album esistono una versione normale e una deluxe, che contiene anche il dvd Shoot the video star, che include un documentario con scene legate al processo creativo e alla produzione del disco. Le due versioni sono scaricabili anche in formato digitale direttamente dal sito dell’artista.