Roma – Lo abbiamo visto in Tv centinaia di volte, abbiamo visto i suoi film, letto le sue interviste… e sappiamo benissimo che tipo è. Ma vederlo di persona è tutta un’altra storia, proprio perché tutto quello che ti aspetteresti da lui viene confermato all’istante. Quentin Tarantino è davanti a noi e assistiamo ad uno spettacolo fatto da migliaia di parole che pronuncia come una mitragliatrice fuori controllo, dall’uso frequente dell’intercalare “fuck” o “fucking”, ma soprattutto dall’intensità e l’entusiasmo di un regista che – amatelo o odiatelo – adora il cinema.
Mancano solo una decina di giorni all’uscita italiana di “Bastardi senza gloria” e Quentin arriva nella capitale affiancato dal suo amico e collega Eli Roth (che nel film interpreta “L’orso ebreo”) e dal produttore di lunga data Lawrence Bender (che finanziò anche “Le iene”). Il suo film sui mercenari ebrei ammazza nazisti ha già conquistato l’Europa e Quentin è fiero di dire che: “Penso che il cinema possa cambiare i destini del mondo. Mi piaceva l’idea di questa metafora, ma mi piaceva di più poterla letteralmente mettere in atto. Ecco perché i miei protagonisti usano il cinema contro il Terzo Reich!”.
Bastardi senza gloria è una di quelle rare pellicole in cui vediamo gli ebrei reagire e picchiare duro contro i nazisti. Come mai ha deciso di ispirarsi a ‘Quel maledetto treno blindato’ di Castellari?
Ho pensato che nessuno prima di me aveva avuto l’idea di mostrare un gruppo di ebrei ammazza nazisti.
Era da tanto tempo che volevo davvero entrare personalmente nella Seconda Guerra Mondiale e allo stesso tempo tenevo d’occhio quello che gli stranieri definiscono “Maccaroni Combat Movie”, per questo mi sono ispirato al film del mio amico Enzo G.Castellari.
La pellicola ha letteralmente diviso la critica al Festival di Cannes. Lo hanno amato, lo hanno anche detestato. Qual è il suo rapporto con la critica?
Certamente leggo tutte le critiche e non so se lo sapete ma anche io faccio il critico quando non giro film. Non è che scriva, vado in video ed è una passione che ho sempre avuto, anzi penso che quando un giorno mi ritirerò dalla regia, farò proprio il critico. Ricordo che nel ’94 quando vinsi a Cannes per “Pulp Fiction”, c’è stato un giornalista che mi definì “troppo poco attento ai particolari”. Ci rimasi male, ma riflettendoci ho capito che era una critica da prendere assolutamente in considerazione. Alla fine per quanto riguarda il mio cinema non ci sono compromessi: io sono uno che divide e avrò sempre chi mi odia e chi mi ama. E adoro il rapporto che creo con gli spettatori. Se apprezzate le mie opere vuole dire che c’è una sintonia che mi ritorna molto utile per sviluppare altre storie e migliorare il mio modo di lavorare.
Allora è semplicemente un caso che uno dei suoi bastardi (Michael Fassbender) sia proprio un critico cinematografico dell’esercito britannico? Tra l’altro si tratta di quello meno abile tra i suoi eroi…
Adoro quel personaggio interpretato da Michael, Archie Hicox. È un intellettuale, avevo in mente lo scrittore Graham Greene, ma è anche un soldato che conosce varie lingue. Un intellettuale, bello e coraggioso, che si mette al servizio dell’Operazione Kino. E quindi l’esperto di cinema era una figura fondamentale.
Ci parli del lavoro svolto con gli attori. Qual è il suo metodo: le capita di scrivere ruoli direttamente per un volto a cui ha già pensato?
Io mi ritengo soprattutto uno scrittore e per prima cosa creo i miei personaggi, che sono quelli a cui tengo più di ogni altra cosa. Sono come i miei bambini. Se in passato qualcuno mi avesse chiesto se volevo lavorare con Brad Pitt, avrei probabilmente detto “sì, certamente”. Ma, nel caso di “Bastardi senza gloria” non ha funzionato così. Prima di tutto viene il personaggio e poi penso all’attore. Conosco benissimo i miei personaggi, so cosa gli capita prima della loro entrata in scena e cosa può succedergli perfino dopo la fine del film. A volte, però, anche io rimango sorpreso dai loro sviluppi… e da sceneggiatore è come se fossi un reporter che si limita a fare le cronache delle loro azioni. E’ fantastico!
Tempo scaduto, Quentin viene portato via dalla sua gente. È davvero stanco: il tour promozionale va avanti non stop dai tempi del Festival di Cannes… ma lui non va via… non prima di aver firmato tutti gli autografi che gli vengono chiesti.
“Bastardi senza gloria” sarà distribuito in Italia dalla Universal Pictures, a partire dal 2 ottobre. Il film uscirà in 400 copie: dal momento che la pellicola è recitata in tedesco, francese, inglese e italiano, vi consigliamo vivamente di andarla a vedere in versione originale sottotitolata.