Anche Roma, dopo Genova e Nuoro, rende omaggio a Fabrizio De André ospitando negli spazi espositivi del Museo dell’Ara Pacis, dal 24 febbraio al 30 maggio 2010 “Fabrizio De André. La mostra”.
A 70 anni della nascita di Faber un percorso multimediale ideato da Studio Azzurro ne racconta la vita, la musica, le passioni che lo hanno reso unico e universale, interprete e in alcuni casi anticipatore, dei mutamenti e delle trasformazioni della contemporaneità.
“Fabrizio De André. La mostra”, a cura di Vittorio Bo, Guido Harari, Vincenzo Mollica e Pepi Morgia, è una sorta di narrazione virtuale, multimediale e interattiva che propone al pubblico un’esperienza emozionale nell’universo di“Faber”.
Scrivono i curatori: “Fabrizio aveva fatto sua la massima di Leonardo Sciascia, secondo cui un uomo di cultura ha il dovere di esprimersi in maniera popolare. La sua intelligenza aveva trovato fiato nella forma canzone. Attraverso questa ha sempre cercato di risvegliarci dal sonno della coscienza, dall’appiattimento programmato di un pensiero sbrigativo e di comportamenti asserviti. Con rabbia, con satira feroce, con semplice genialità, con quella sua dolce anarchia che voleva ricordarci, in ogni modo, di pensare con la nostra testa. La rivoluzione comincia dentro ciascuno di noi”.
La mostra affronta i grandi temi della poetica di De Andrè: la società del benessere e il boom economico degli anni ’60, gli emarginati e i vinti, la libertà, l’anarchia e l’etica, gli scrittori e gli chansonniers, le donne e l’amore, la ricerca musicale e linguistica, l’attualità nella cronaca, i luoghi rappresentativi della sua vita.
Accolgono il visitatore sei schermi trasparenti allineati in prospettiva ottica che raccontano altrettanti temi: Genova, l’amore, la guerra, la morte, l’anarchia, gli ultimi. Un percorso interattivo racconta la produzione discografica di Fabrizio. Una serie di piccoli pannelli,che riproducono le copertine dei principali dischi di studio, possono essere scelti e posizionati su appositi tavoli multimediali, attivando una serie di proiezioni.
Il visitatore potrà così “incontrare” Fabrizio, i suoi amici e collaboratori, il critico Riccardo Bertoncelli che, con i loro contributi, inquadreranno il periodo storico e il clima sociale in cui quel disco è stato prodotto, i meccanismi della scrittura e della registrazione.
Nel terzo ambiente appaiono i personaggi delle canzoni di Fabrizio. Vicino ai tarocchi originali, creati da Pepi Morgia per la scenografia della tournée de “Le nuvole”, sono posizionati tre schermi della stessa forma e dimensione. Sono tarocchi virtuali dentro cui appaiono trentuno personaggi. In uno spazio attiguo troviamo il pianoforte di Fabrizio anche una Sala Cinema – Fabrizio in video. Una dettagliata cronologia e nuovi “sguardi d’autore”, con stampe fotografiche di grande formato. Il visitatore potrà scegliere tra 25 immagini riprodotte su altrettante lastre di plexiglas che potranno essere inserite in apposite cornici su cavalletti, che ricordano in maniera stilizzata i vecchi banchi ottici. Una volta posizionate, le lastre attiveranno una serie di proiezioni di immagini, filmati, videointerviste e altro ancora, legati a un determinato periodo della vita di Fabrizio.
E infine nella nicchia sotto il monumento dell’Ara Pacis, Tracce di una vita quattro teche raccolgono una selezione di significative tracce di una vita.
Una mostra che invita il visitatore ad essere attivo a scegliere la propria immagine di “Faber” da sviluppare per sé, in relazione con il proprio vissuto.
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