Cos’è l”American Girls“?
E’ il nome della linea di bambole più celebre d’America, la “mecca” per le bambine che amano giocare con delle vere e proprie sosia. Nate nel 1986 da un’idea di Pleasant Rowland, un’insegnante che voleva coniugare divertimento e studio, tali bambole sono ispirate alla storia degli Stati Uniti. Alte 45 centimetri, rappresentano bimbe di 9 anni caratterizzate per appartenenza etnica e periodo storico: dall’indiana alla colonialista, dalla pioniera all’orfana della Grande Depressione sino alla figlia della Guerra di Secessione.
Modellate su bambine vere, le bambole American Girls si impongono come antagoniste delle Barbie, in quanto incarnano i valori culturali contemporanei contro la superficialità della bambola bionda e super fashion.
L’American Girls viene venduta con un nome ogni volta diverso e un libretto che ne spiega la storia e le origini; negli anni i loro personaggi sono serviti a educare le più piccole sulle più varie tematiche, comprese le più complesse, come povertà, razzismo, lavoro minorile, intolleranza religiosa, abusi.
Le bambole hanno la proprietà e la caratteristiche di essere vestite e disegnate a immagine e somiglianza delle loro piccole proprietarie, in un affascinante gioco di similitudine e di doppia identità.
Il successo di queste “piccole donne” di plastica, ha stregato anche la fotografa Ilona Szwarc che ha trasformato il legame tra la bimba e la sua gemella in miniatura in un progetto fotografico.
La fotografa polacca ha infatti immortalato alcune bambine accanto alla loro American Girl, con l’intento di evidenziare le contraddizioni e le conseguenze del “sogno americano” e di quella cultura in cui anche i più piccoli sono ossessionati dalla propria immagine.
L’idea di possedere una bambola “avatar” è, secondo la Ilona, indicativo della cultura in cui viviamo, dove il principale divertimento consiste nel ritoccare le proprie forme e creare immagini distorte di se stessi, ostentando il proprio corpo su Facebook e Twitter.
“Ogni bambola può essere personalizzata per apparire esattamente come la sua proprietaria, ma alla fine hanno tutte lo stesso aspetto – ha spiegato la Szwarc – Queste bambole offrono l’illusione della scelta e quindi quella dell’individualità. Ma è davvero cosi?”.
La risposta, forse, si può trovare in questi scatti d’autore.