La tradizionale medicina cinese ne utilizza i principi attivi da millenni per curare le problematiche più disparate. Il ginseng è una radice a dir poco portentosa, che si ricava da diverse varietà di una pianta chiamata Panax, e il suo nome deriva da un termine cinese che significa ‘uomo’, probabilmente per la forma antropomorfa che spesso hanno le radici.
Panax, pianta da cui si ricava il ginseng
Il suo habitat originario è asiatico (incerto, ma si presume tra Corea Cina e Siberia), anche se esistono alcune varietà sviluppatesi in America del Nord. E’ da secoli considerato una sorta di ‘panacea’ di tutti i mali, perché con le sostanze contenute nel ginseng si può davvero agire su molteplici fronti: ricco di vitamine e oli essenziali, il principio attivo della radice si basa sulla presenza di ginsenosidi. L’efficacia di questa droga naturale è nota come revitalizzante ed energizzante, ed è considerata principalmente per le sue proprietà adattogene, ovvero che stimolano la resistenza, le prestazioni fisiche, le difese dell’organismo, nonché la capacità di reagire positivamente a stimoli. Queste caratteristiche trovano impiego sia come coadiuvanti del tono muscolare, anche se la reattività ad esse è strettamente soggettiva, e a volte piò addirittura avere variazioni in base allo stato emotivo di chi assume il ginseng.
Altro aspetto per cui la radice è molto utilizzata è quello dell’azione antinvecchiamento: il ginseng possiede proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, addirittura capaci di ridurre il colesterolo nel sangue e regolarizzare i livelli di glucosio. Famose ma non del tutto certe le proprietà afrodisiache del ginseng, in quanto stimolante della vasodilatazione: secondo la medicina cinese sarebbe in particolare il ginseng rosso quello più adatto allo scopo. Come si assume? Il ginseng si trova in erboristeria sotto forma di radice essiccata da utilizzare per infusioni, ma è facilmente reperibile anche in capsule, polvere, tisane, integratori.