Tra le attrici più raffinate del cinema europeo e apprezzata anche a teatro, Valeria Bruni Tedeschi sarà nei prossimi giorni in Italia per il Roma Film Festival, con il film “Les regrets” del regista francese Cédric Kahn. Nel film, che ruota attorno al tema dei rimpianti che ogni amore finito si lascia dietro e del pericolo che questi rimpianti rimangano ferite sempre aperte, la Bruni interpreterà il ruolo di Maya, legata al tenebroso Mathieu (interpretato da Yvan Attal) da un amore giovanile mai realmente dimenticato. Dopo quindici anni dalla prima separazione, i due amanti di un tempo si ritrovano, ormai adulti, e vengono travolti dalla stessa assoluta passione.
Valeria non è nuova a ruoli che la vedono portare sul grande schermo figure di donne tormentate, schive, impegnate a districare i percorsi tortuosi delle loro anime: è soprattutto il regista italiano Mimmo Calopresti, al quale la Bruni è stata per anni legata da un rapporto sentimentale, ad affidarle ruoli di questo tipo, in film come “La seconda volta” (1996) e “La parola amore esiste” (1998), e in entrambi i casi la sua interpretazione è premiata dal David di Donatello come migliore attrice.
Italiana di nascita ma francese di adozione, Valeria divide, come la sorella Carla Bruni Sarkozy, il suo cuore e la sua vita professionale tra i due paesi: in Francia si forma come attrice seguendo i corsi di teatro dell’Ecole des Amandiers di Nanterre, e sempre in Francia debutta al cinema con il suo maestro, Patrice Chéreau, che la dirige una prima volta nel 1987 in “Hotel de France” e di nuovo nel 1998 in “Ceux qui m’aiment prendront le train”. Lavora con altri registi francesi e, in Italia, con Avati e Bellocchio, ma coltiva anche la passione per la macchina da presa e nel 2003 dirige il film autobiografico “E’ più facile che un cammello”. Non si fa mancare nulla Valeria, e si affaccia anche al grande mondo delle produzioni hollywoodiane con piccoli ruoli in “Munich” di Spielberg (2005) e in “Un’ottima annata” di Ridley Scott (2006).
Gelosissima della sua vita privata, soprattutto da quando la sorella Carla è diventata première dame nel loro paese adottivo, Valeria Bruni Tedeschi ha affidato al cinema frammenti di autobiografia: dopo il già citato film diretto nel 2003, che racconta di una ragazza tormentata dai sensi di colpa per la sua ricchezza, la Bruni sta pensando a un altro film, che la vedrà di nuovo dietro la macchina da presa, in cui rifletterà sui rapporti familiari. In un’intervista al “Corriere della Sera” si dichiara entusiasta di tornare in Italia, un paese che continua a occupare un posto di primo piano nel suo cuore.