I kiez (chiz) che si battono per lo scudetto del quartiere più “kool” della città sono Charlottenburg, Schoeneberg e Kreuzberg, nella ex Berlino Ovest, e Mitte, Prenzlauerberg e Fridrichsheine ad Est. In questa gara senza fine, l’ultimo ad aver ottenuto l’ambito titolo è Prenzlberg (abbreviazione comune). A suo tempo artisti, studenti e creativi di ogni genere, si spostavano qui per i numerosi ed economici appartamenti che avevano per anni alloggiato gli operai della repubblica democratica. Con un numero impressionante di nuove famiglie, questo quartiere è ora uno dei più cari di Berlino.
Sorte simile era toccata a Xberg (X = kreuz = croce), quartiere che per lo stile di vita dei suoi residenti fu sempre di ideologia sinistroide. Qui il passaggio del muro aveva fatto silenzio per trent’anni e dunque, ancora una volta, il successo venne dall’esodo in massa di giovani squattrinati in cerca di cifre modiche.
Il meccanismo è semplice: ai prezzi bassi segue una migrazione di creativi; questi a loro volta si danno da fare nei rispettivi campi e dunque nascono varie attività, dall’atelier di design al bar alternativo. Questo processo rischia spesso di sventrare il kiez, che perde identità culturale e quindi autenticità. In poche parole, è difficile incontrare un autoctono e non un residente temporaneo come studenti e artisti. Sembra un po’ un cane che si morde la coda.
A Prenzelauerberg la presenza di tutti quei carrozzini ha inevitabilmente modificato le originarie dinamiche di quartiere. Kreuzberg, invece, continua, almeno per il momento, a mantenere viva la sua identità di quartiere alternativo e la ricetta sta probabilmente nella eterogeneità dei suoi abitanti e dunque delle sue attività.
Neukoelln, da pochissimo entrato a far parte della competizione, può fare della diversità il suo punto di forza. Nonostante la massiccia presenza turca, in parte restia allo scambio culturale, questo quartiere multietnico è orientato senza dubbio al miglioramento dei propri spazi e delle proprie attrazioni. Grazie ad affitti modesti, il primo passo del processo è già avvenuto; a ruota, negozi/atelier di designer indipendenti, minimali gallerie d’arte, bar alternativi e ristorantini etnici prendono posto su marciapiedi un tempo vuoti. Durante le sere del fine settimana i locali della zona traboccano di gente; sono ragazzi dall’aria spensierata con la birra in una mano e la sigaretta nell’altra e con outfit anch’essi senza dubbio spensierati. La zona più viva è chiamata Kreuzkoelln, al confine con Xberg. Ti può capitare di andare ad una festa organizzata nel cortile di un palazzo d’epoca, o di stappare una bottiglia di spumante al vernissage di un amico scultore, o ancora entrare in un bar di sera ed uscirne a zig-zag alla luce del mattino, quando le panetterie turche emanano già un profumo di soffice pane al sesamo.
Le iniziative culturali sono in crescita e la risposta della popolazione locale è ottima. Risultati eccellenti si sono avuti all’ultima 48 ore per Neukölln, una due giorni di atelier e gallerie aperti a tutti, spettacoli di folklore ed altri singolari eventi che hanno dato l’opportunità alla città stessa di conoscere e ripensare uno dei suoi quartieri più interessanti.