E’ la cucina italiana che si pone in cima alla lista delle cose che i tedeschi apprezzano del nostro paese. Sappiamo bene che possiamo vantarci di avere un tocco particolare in cucina, un gusto semplice legato alla materia prima, gli ingredienti genuini. Dovunque ci si presenti come italiano, non solo in Germania, viene fuori il topos del mangiare: pasta, pizza, lasagna, carpaccio di carne e tiramisù i più gettonati. I piatti tipici del bel paese sono famosi in tutto il mondo, ma la cosa che stupisce ed attrae il popolo tedesco è soprattutto l’atteggiamento che noi italiani abbiamo nei confronti del cibo. Qualcuno ha già evidenziato la sottile differenza tra “feed” (in inglese nutrirsi) e “eat” (mangiare). Noi italiani amiamo mangiare, più che nutrirci. Preferiamo sederci a tavola ed apprezzare la socialità di un pranzo anziché inghiottire la quantità necessaria di cibo per non deperire. Questo atteggiamento, nonostante i tempi da stress di oggigiorno, è imitato da i giovani berlinesi che fanno del mangiare come gli italiani una vera moda. Inoltre, un particolare che piace e stupisce i tedeschi amanti della cucina, è la quasi paranoica dottrina dell’abbinamento sugo/formato quando si parla di pasta asciutta (bisogna ricordare, ad esempio che gli spaghetti alla bolognese non sono un piatto tipico italiano bensì un’ invenzione americana).
I ristoranti che sfoggiano il tricolore a Berlino sono moltissimi, forse i più numerosi in città, ma attenzione e diffidate delle imitazioni. La maggior parte di questi ristoranti è infatti gestita da arabi e turchi che, sulla scia di una moda del “ristorante-trattoria-pizzeria”avviata molti anni orsono, vestono i panni del classico oste italiano. Capita spesso di venir accolti con un “buongiorno” o un “benvenuti”, ma quando si cerca di continuare la conversazione si scopre a malincuore che il cameriere, anche se italian-looking, imbarazzato dice di non capire.
Non mancano per questo ottimi ristoranti italiani, di solito un po’ più cari rispetto alla media berlinese. Difficile trovare una buona pizza napoletana. Le pizzerie in stile, spesso con “trompe l’oeil” raffiguranti il Vesuvio e dall’arredo piuttosto kitsch, offrono il più delle volte croccanti focacce farcite che si avvicinano di più ad una scadente versione nord-italiana della famosa rotonda.
Ritornando alla nostra top-three, la musica italiana è un’altra cosa molto apprezzata in Germania. Forse per la lunghissima tradizione classica che illustri italiani hanno diffuso nel mondo, ma non solo. A Berlino specialmente, città circondata dall’ Est e dunque in passato da un utopico socialismo, è mancata negli anni della guerra fredda una radice cultural-musicale che poroducesse valida materia locale; per questo motivo, a partire dagli anni Ottanta soprattutto, generazioni di ascoltatori si orientavano verso la musica straniera, francese, italiana ed ovviamente inglese. Nel fitto panorama che la musica dello stivale offriva tra gli anni 70 e 90, i più pescati dal popolo berlinese si riassumono in pochi nomi: Celentano, Nannini, sul lato pop-rock e Paolo Conte sul lato jazz-autore. Quest’ultimo è considerato un vero mito ancora oggi.
Infine la lingua. Moltissimi i tedeschi che studiano l’italiano a Berlino. In alcune Università si tengono corsi che ricercano sulla musica folkloristica napoletana o addirittura sulla comunicazione gesticolare, un mistero per alcuni, un vanto per noi. L’italiano per passione, insomma, per curiosità culturale e per il piacere di poter costruire una semplice frase da sfoggiare in una conversazione tra amici o durante le classiche vacanze nel “Bel Paese”, meta favorita di tutti i tedeschi.
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