L’elenco dei suoi film abbraccia ormai 30 anni di carriera cinematografica. Le generazioni di fine seventies la ricordano nella pellicola d’esordio, “Fury” (Brian De Palma, ‘78), quelle degli ’80 nei panni di fantasma sexy nella spassosa commedia “High Spirits” (Neil Jordan, ‘88). Il pubblico dei ’90, per “Avventure di un uomo invisibile” di John Carpenter (’92) e quello del nuovo millennio per la saga tarantiniana di “Kill Bill” (2003-04) in cui, sexy e bellissima nonostante i 50 anni, veste i panni di una killer senza scrupoli. È stata dea, sirena, replicante, una diva a tutto tondo, ed anche fidanzatina d’America, prima del giornalista John Kennedy Jr., (figlio di J.F.K.) poi del cantante Jackson Browne.
Ma forse non tutti sanno che, dietro al suo volto ufficiale, la bionda Hannah è anche una convinta ed appassionata eco-freak, che fa da spola tra i set californiani e la sua fattoria nelle Rocky Mountains, interamente concepita secondo i principi di un’economia di sussistenza eco-sostenibile. Una vocazione che nasce fin dalla tenera età, quando Daryl sceglie autonomamente di diventare vegetariana, e sviluppata negli anni verso tematiche come riciclaggio ed energia riproducibile.
Niente a che vedere con la moda hollywoodiana dei ‘gesti eco-friendly’, tanto utili quanto di sicuro impatto mediatico. Nel suo caso siamo di fronte ad un impegno che s’impone come priorità sulla carriera d’attrice, fin dagli albori professionali e che, spesso, la vede protagonista d’atti di pacifica disobbedienza. Nel 2006, viene arrestata per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, in una piazza di L.A.. Insieme ad altri militanti, sedeva sui rami di un gigantesco noce per difenderlo da chi lo avrebbe abbattuto per far posto all’ennesimo blocco di cemento. Risultato: 4 giorni di carcere, l’attributo d’eco-terrorista che, rimbalza da un giornale all’atro, e la conquista del ruolo di ‘guru ambientalista’ dello spettacolo.
Acerrima nemica della passata amministrazione Bush, partecipa all’entusiasmo che accompagna la neo-presidenza Obama. Di lui apprezza la cancellazione dei permessi di trivellamento nei parchi naturali concessi da G.W., ma critica la decisione d’investire 50 miliardi di $ nel nucleare, piuttosto che incentivare le fonti bio-dinamiche, altrettanto capaci di generare ricchezza e posti di lavoro. Poi solca i mari, insieme all’oceanografa Sylvia Earle, denunciando lo sterminio dei pesci e della barriera corallina, e immerge le mani nel greggio di Sucumbios per mostrare al mondo lo sfacelo ambientale che affligge i cittadini ecuadoregni a causa delle speculazioni petrolifere della “Usa Texaco”.
E se per alzare la voce bisogna ‘sapere il fatto proprio’, Darryl Hannah in materia d’ambiente è una vera e propria autorità. La sua condotta la erge al di sopra della pletora di star che si dichiarano sensibili all’emergenze dell’eco-sistema, salvo poi sprecare cumuli d’energia per dimore gigantesche e jet privati. La sua piccola farm è costruita con materiali riciclati e pannelli solari. Sulla sua tavola ci sono solo uova delle galline di casa, il latte munto a mani nude dalle sue mucche felici, gli ortaggi, la frutta e la verdura da lei coltivati. Non usa detergenti inquinanti, ma solo biodegradabili e la sua Chevrolet El Camino ’83 macina chilometri a litri d’olio vegetale, personalmente recuperato dai fast food. E, a proposito di olio, Daryl è anche fondatrice dell’organizzazione “Sustainable Biodiesel” che promuove campagne d’informazione sull’utilizzo dei grassi come carburante.
Per ulteriori informazioni: http://www.sustainablebiodieselalliance.com/